Gege Akutami sbalordisce i suoi lettori con un incredibile colpo di scena nell’ultimo capitolo della sua opera Jujutsu Kaisen, dividendo i fan: LUI è davvero tornato?
A cura di Adriano Ventrone e Mattia De Noto
“Che sia nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli”, così recitava uno dei più famosi aforismi di Oscar Wilde e Gege Akutami sembra averne fatto motto di narrativa.
Dopo settimane di scontri interminabili, che hanno lasciato un profondo sapore amaro nella bocca degli appassionati, l’autore sconvolge tutti con un plot twist degno di una soap opera, dividendo, di fatto, la sua fan base in due.
Prima di cominciare, ci teniamo a fare una premessa: il seguente articolo tratterà materiale inedito per chi non segue le pubblicazioni settimanali o per chi segue l'anime, quindi se non volete spoiler, vi invitiamo a non continuare.
Fatte le dovute premesse, vediamo insieme cosa ci ha riservato quel buontempone di Gege Akutami nel capitolo 261 di Jujutsu Kaisen!
La trama fin ora
Il Culling Game di Kenjaku è ormai alle sue ultime battute.
Ryomen Sukuna si erge sopra tutti, nonostante la sua tecnica maledetta ed il suo Dominio soffrano ancora per il cruento ma vittorioso scontro contro Gojo Satoru. Forte della sua reincarnazione, che gli ha permesso di riacquistare il suo antico potere e aspetto, il Re delle maledizioni sembra inarrestabile: a nulla sono serviti i vari interventi di Itadori & co., il Re delle Maledizioni sembra trovare sempre la giusta mossa per non venire mai sconfitto.
La scesa in campo di Yuta Okkotsu e della sua regina Rika, ha ispirato nei fan una forma di speranza, che il villain potesse essere finalmente sconfitto. L’autore ci rende perfino noto il suo incredibile dominio: Yuta è in grado di copiare le varie tecniche maledette in cui si è imbattuto, materializzate in forma di Katana, ma anche in questo caso, contro Sukuna non ha avuto scampo. Anche lui è stato quasi tagliato a metà dalla tecnica taglio dei mondi, finendo quasi nelle stesse condizioni in cui versava il suo maestro Gojo Satoru alla fine del suo scontro.
L’autore ha poi deciso di dare anche attenzione a Yuji Itadori, rivelando finalmente la sua origine: il ragazzo è il figlio dell’anima reincarnata del gemello mai nato di Sukuna e di Kenjaku, lo stregone nero parassita, svelando così che il ragazzo possiede due tecniche maledette ed incredibili proprietà fisiche: il suo corpo è in grado di poter memorizzare facilmente tecniche maledette complesse come l’energia inversa ed, in aggiunta, grazie alla natura dei propri genitori, Yuji possiede sia la tecnica maledetta di Sukuna, che la capacità di poter modellare il suo sangue come il suo fratellastro Choso, che gli donerà gli ultimi insegnamenti per poi perdere la vita proprio nel tentativo di difendere il fratello dalle ardenti fiamme di Sukuna.
Il penultimo capitolo ci ha lasciato poi, con un colpo di scena al cardio palma: durante lo scontro contro Itadori, Sukuna intravede lo spettro del suo grande rivale, Gojo Satoru, ma sarà davvero così?
Ma sarà davvero tornato?
Il capitolo 261 si apre proprio con Sukuna esterrefatto che non crede ai suoi occhi: il detentore dei sei occhi è vivo e vegeto davanti a lui e, con somma sorpresa dei lettori, sulla sua fronte ora sono comparse le inconfondibili cicatrici di Kenjaku. Eppure, qualcosa non torna: il Re delle maledizioni non si approccia a lui chiamandolo con il suo nome, ma bensì… Yuta Okkotsu!
La pagina successiva si apre con un flashback in cui scopriamo che in caso di sconfitta del maestro Gojo, i nostri eroi avevano già teorizzato come piano alternativo che Rika assorbisse Kenjaku e la sua tecnica maledetta, per permettere a Yuta di prendere il controllo del corpo del maestro, poiché la potenza del suo Minimo infinto e i suoi sei occhi necessari a controllarlo sono fondamentali per la vittoria. Purtroppo, Yuta, nonostante tutti i discorsi fatti sia da lui che dagli altri, è l’unico in grado di poter mettere in atto questa strategia: lui e il Maestro Satoru sono lontani parenti ed in più la sua peculiare abilità maledetta gli permette di copiare le altre tecniche.
La riuscita di questo piano è tutto fuorché certa. Come specifica Mei Mei, gli esiti possibili possono essere tre:
1) Se la tecnica di Kenjaku funzionasse a costantemente o ad intervalli regolari, Yuta potrebbe non riuscire a controllare il corpo o la sua anima e conseguentemente morirà;
2) Se la tecnica di Kenjaku funzionasse in maniera irregolare, potrebbe non ucciderlo all’istante ma ucciderlo in un secondo momento;
3) Se la tecnica di Kenjaku si attivasse una sola volta, Yuta sarebbe in grado di usare correttamente il minimo infinito anche oltre i per cinque minuti consentiti dalla sua tecnica. C’è inoltre il rischio che, cambiando corpo, Yuta possa perdere totalmente la sua personale tecnica maledetta ed essere costretto a vivere nel corpo di Gojo per sempre.
Dopo molte rimostranze da parte di praticamente tutti i presenti, Yuta riesce comunque a convincere i suoi compagni ad affidare a lui il peso e le conseguenze di questa decisione, un punto sul quale torneremo a breve.
Il flashback continua con un breve time skip, mostrandoci uno Yuta in fin di vita a causa delle ferite inferte da Sukuna che si prepara ad iniziare il processo di trasferimento per poter salvare i suoi compagni sopravvissuti, tornare alla carica e sconfiggere il Re delle Maledizioni. Il capitolo si conclude con una splendida splash page raffigurante Sukuna e Yuta/Gojo che si apprestano a rilasciare i loro famigerati domini.
L’ipocrisia di Yuta
Ad onor del vero una delle cose più apprezzabili del capitolo, almeno inizialmente, è stato il discorso/critica di Yuta nei confronti dei suoi compagni stregoni; è sbagliato addossare il peso del mondo sulle spalle di Gojo Satoru in quanto egli non è altro che un uomo, proprio come loro.
Peccato che tale discorso venga fatto pochi istanti prima di proporre di usare, per l’ennesima volta, proprio Gojo, e questa volta nel modo più deumanizzante possibile: usare il suo corpo dopo la sua morte per attingere, un’ultima volta, al suo arsenale di tecniche e di poteri. E la cosa più terribile è che a proporre questo piano è proprio Yuta stesso. Data la situazione il ragazzo risulta molto ipocrita, rimproverando prima i suoi amici per una cosa che lui farà da li a breve.
Una scelta che ha spaccato il mondo
Proprio come la tecnica del taglio dei mondi di Sukuna, Gege Akutami con questa trovata narrativa ha spaccato a metà la community che in questi giorni ne discute suoi vari social. Alimentati già dai primi spoiler, i fan si chiedono se riportare in vita in questo modo un personaggio come Gojo Satoru sia stata una scelta giusta oppure no.
Che la qualità dell’opera sia, nel corso degli scorsi mesi, drasticamente calata, è purtroppo palese a tutti: nella classifica di gradimenti di Shonen Jump, dopo un lungo periodo in cui il manga è rimasto praticamente sempre nella Top 5 di gradimento, ormai l’opera si aggira nel limbo della “Top 10”. Questo indicatore, seppur parziale, lascia intendere quanto l’opera abbia subito un calo drastico di apprezzamento da parte dei lettori, fattore incriminabile principalmente alle scelte narrative spesso poco lungimiranti dell’autore (Fonte: Jajanken).
Dalla sconfitta di Gojo Satoru in poi, i capitoli hanno presentato sempre il medesimo schema: arrivo dell’alleato di turno che si pone contro Sukuna, flashback di presentazione delle sue incredibili potenzialità, Sukuna che ignora la cosa e riesce a trovare, nonostante tutto e a tratti anche in maniera forzata, la mossa giusta che porterà alla sconfitta e alla morte il suo avversario di turno. Sulla base di questo schema, ripetuto per mesi il malcontento dei fan è pressoché giustificato. Su Reddit e le varie community, la discussione sull’effettive competenze di Gege Akutami non accenna a fermarsi ma anzi il capitolo 261 ha gettato altra benzina sul fuoco.
Il problema è sempre Gojo Satoru...
L’autore non ha mai nascosto il suo profondo odio verso il suo stesso personaggio, Gojo Satoru, il più forte stregone del suo tempo, pressoché perfetto in ogni ambito e quindi la domanda che molti fan si pongono è: ha avuto senso scriverlo in questa maniera? Con questo suo ritorno “impuro”, quale sarà il fine che vuole raggiungere l’autore?
Il personaggio di Gojo è stato molto altalenante e, a tratti, mal gestita: il “Goat” per eccellenza ha passato più tempo sigillato nel reame prigione o morto, a discapito di quanto ne abbia passato a prendere parte all’azione; quindi, è legittimo che molti si chiedano perché crearlo così forte se poi l’autore ha avuto bisogno di questi mezzucci narrativi per tenerlo lontano dall’azione?
Quanto avvenuto in questo capitolo, per certi versi, è la vera fine di Gojo Satoru, prima sconfitto sul campo di battaglia e spogliato del suo titolo di “Più forte” ed infine spogliato definitivamente della sua umanità per essere utilizzato alla stregua di un qualsiasi strumento maledetto da usare all’occorrenza.
...ed a rimetterci è sempre Itadori Yuji
Con questo ritorno, l’autore si macchia di un ulteriore peccato: fino a questo punto Akutami aveva dato veramente poco screenplay all’evoluzione personale di Itadori Yuji, il protagonista dell’opera in teoria, confinandolo sempre nell’ombra di Gojo, Fushiguro e degli altri alleati. Quando, finalmente, il ragazzo dai capelli rosa stava iniziando ad avere lo spazio e l’evoluzione che merita, ecco che Gege torna ad eclissarlo spingendo tutta l’attenzione verso il ritorno del portatore dei sei occhi.
Cosa ci riserverà il futuro?
La domanda che molti si pongono è: "Gege Akutami è effettivamente in grado di dare una degna conclusione all’opera, che attualmente versa in condizioni veramente critiche, oppure darà adito a chi sostiene che il suo successo è più dovuto a tanta fortuna ed un’ottima animazione che ad una scrittura degna di questo nome?" Solo le prossime settimane potranno darci risposta.
Tirando le somme, quasi come se volessimo recensire il capitolo, potremmo elencare cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato. Sicuramente i disegni, questa settimana, la fanno da padrone dato il tratto estremamente pulito di alcune tavole e la loro costruzione generalmente bella mentre ad uscirne con le ossa rotte paradossalmente è addirittura tutto il world building dell’opera che, schiacciato dal peso di diversi retcon lanciati in rapida successione (ovvero la natura dei sei occhi, il dominio di Kenjaku e la tecnica maledetta di Yuta) risulta irrimediabilmente compromesso.
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