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Immagine del redattoreEdy Ferrone

Final Fantasy XVI, uno sguardo più riavvicinato

Non è sorprendente che Playstation abbia deciso di aprire lo showcase con l'annuncio di Final Fantasy XVI: del resto, sono poche le saghe che possono permettersi di arrivare ad un numero così elevato di titoli principali e continuare a stupire ed appassionare il mondo videoludico.


Diamo uno sguardo più ravvicinato al reveal trailer e alle parole di Naoki Yoshida, nelle vesti di producer del gioco.

Per tutti coloro che hanno giocato e vissuto la saga, Final Fantasy è una specie di culto. I suoi elementi caratteristici, ricorrenti o meno, sono così vividi che i fan rispondono immediatamente alla vista o l'udito. L'abilità di Square Enix di fondere elementi culturali diffusi con unicità di propria creazione è da sempre un segno distintivo.

E così se a trenta secondi dall'inizio del trailer la menzione di Shiva potrebbe indurre a chiedersi "è o non è ciò che penso che sia?", se i personaggi nel loro design potrebbero portare a provare quella sensazione di familiarità e conforto che i mondi nei quali giochiamo le nostre avventure stimolano, Square vuole essere sicura che voi sappiate esattamente cosa state guardando: ecco il ritorno del Chocobo.


Di tutto ciò che abbiamo visto all'interno del trailer e da ciò che sappiamo sul team a lavoro sul titolo, ci sono alcuni elementi che ci fanno ben sperare e vogliamo analizzarli con voi.

L'ambientazione e l'impostazione del gioco - Non fraintendiamoci, è stato divertente esplorare Final Fantasy sotto il riflettore sci-fi proposto da Final Fantasy XIII, girovagare nella fusione di realtà e fantasia proposta da Final Fantasy XV, rivivere le emozioni della Midgar steampunk di Final Fantasy VII Remake, ma bisogna dirlo: alla saga manca da almeno 20 anni quella connotazione fantastico-medievale che la caratterizzava, ossia dal 2000, quando Final Fantasy IX l'ha in parte recuperata, ed anche allora si trattava di un breve ritorno all'era pre-Cloud Strife.


L'unico titolo a fornire veramente la sensazione di essere in uno dei mondi che hanno reso Final Fantasy popolare prima dell'esplosione della seconda metà degli anni Novanta è stato l'MMORPG Final Fantasy XIV. Ed è proprio la Creative Business Unit III, responsabile del suddetto titolo, ad occuparsi di Final Fantasy XVI (quindi, non temete amanti del remake: si tratta di due team completamente diversi e non sono previsti rallentamenti nella produzione), e il tocco si percepisce per tutto il trailer.


Una delle caratteristiche più stupefacenti di Final Fantasy XIV è che pur trattandosi di un RPG cooperativo online gode di una lunghissima campagna che sa entusiasmare con la propria narrativa. È un conforto per i fan che lo hanno giocato e che hanno sempre trovato nella saga storie di altissimo livello sapere che Square Enix sta dando a questo team la possibilità di realizzare un titolo principale non online. Del resto, hanno conquistato una certa fiducia dando vita e soprattutto innovando continuamente uno degli MMORPG più giocati al mondo tutt'oggi.

All'interno di castelli bui, spazi aperti cupi, un mondo di gioco ampissimo e colmo di segreti, guerre tra nazioni a suon di spada e magia: se i Final Fantasy da I a VI fossero stati realizzati oggi, sarebbero dei The Witcher III. Il tentativo di portare Final Fantasy verso uno stile più fantascientifico ha funzionato, ma si è forse protratto troppo a lungo. Gli ultimi Final Fantasy sono stati ottimi come giochi, ma appena discreti in qualità di Final Fantasy, perché il titolo in sé porta delle aspettative qualitative che per molti le ultime entrate principali non hanno saputo soddisfare.


Un altro elemento che ha catturato la nostra attenzione sono le invocazioni, definite Icon / Eikon, e più volte menzionate da parte dei personaggi. Shiva, Titan, Phoenix e Ifrit prendono il sopravvento nel trailer e anche nel logo che sembra raffigurare l'epico scontro tra gli ultimi due che vediamo nel video.

Se le invocazioni sono state sempre al centro del sistema di gameplay dei Final Fantasy e hanno sempre avuto una spiegazione all'interno della trama, è forse dai tempi di Final Fantasy X che non avevamo una campagna all'interno della quale l'importanza di queste creature fosse così prominente. Basti pensare al fatto che esse occupano il logo ufficiale del gioco piuttosto che i personaggi principali.


La scelta di creare un legame così forte tra la creatura (nel trailer Phoenix) e il personaggio (Joshua) apre a scenari narrativi sofisticati e toccanti. Non a caso, in Final Fantasy X, il rapporto di Yuna con gli Eoni ha portato molti videogiocatori alle lacrime. L'invocatore dovrebbe essere conosciuto col termine di "dominant" in Final Fantasy XVI.

Il combat system sembra essersi spostato verso l'azione, con traslazioni che ci ricordano Final Fantasy XV. A seguito del remake e dei titoli ai quali al lavorato il producer, Noaki Yoshida, però, ci aspettiamo che vengano presi in considerazione elementi strategici. Benché il gameplay fosse piacevole e capace di creare dipendenza nel quindicesimo titolo, sarebbe un passo indietro non considerare l'abilità del remake di fornire azione rapida, strategia e possibilità di cambiare personaggio attivo. Insomma, se è stato creato un sistema che fonde perfettamente il combattimento a turno, caro a più tradizionalisti, e azione, capace di attirare nuovo fandom alla saga, perché non ricorrervi? (Nota: quanto è incredibile questo Malboro in azione?)


Un altro elemento che sembra star per fare un ritorno in stile classico sono i cristalli. Anche se essi non hanno mai completamente abbandonato le dettagliate storie raccontate da Final Fantasy, possiamo dire che abbiamo sentita l'assenza di una posizione di rilievo tale che fossero menzionati diverse volte nel trailer dei giochi. Si parla di "Cristallo madre" all'interno del trailer e di vere e proprie guerre per il controllo dei cristalli da parte dei regni. Non abbiamo molte informazioni, né sappiamo quale sia il legame che li connette alle invocazioni o ai personaggi principali.


Insomma, anche se Yoshida ci raccomanda di pazientare perché non avremo ulteriori informazioni prima del 2021, sembra chiaro che qualcosa si sia mosso e che i cambiamenti spingeranno Final Fantasy verso quella che era la sua formula originale per quanto riguarda le ambientazioni e i contenuti.


Vi ricordiamo che Final Fantasy XVI è un'esclusiva console Playstation 5, giocabile anche su PC.

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