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Immagine del redattoreAdriano Ventrone

Il caso Star Wars Outlaws: È davvero tutta colpa di Ubisoft?

Negli ultimi tempi, Ubisoft non sta attraversando un periodo facile. Tra critiche e rinvii di Assassin's Creed: Shadows e, soprattutto, il flop critico e commerciale di Star Wars Outlaws, viene naturale chiedersi: è davvero tutta colpa di Ubisoft? Analizziamo insieme la situazione.

 

Star Wars è senza dubbio uno dei franchise più iconici e potenti al mondo, insieme a giganti come Harry Potter e Il Signore degli Anelli. Ogni nuovo prodotto legato a questi nomi solitamente genera un enorme entusiasmo e incassi stellari. Tuttavia, Star Wars Outlaws ha ricevuto un’accoglienza decisamente tiepida. Ma perché? Nella nostra rubrica “Il caso” cercheremo di dare una risposta a questo quesito, ma procediamo con ordine.


Star Wars senza spade laser: una scommessa rischiosa


Non è obbligatorio che ogni prodotto di Star Wars debba includere Jedi e Sith per funzionare. Basti pensare al successo di serie come Andor o The Mandalorian. Star Wars Outlaws segue questo filone, mettendo il giocatore nei panni di Kay Vess, una fuorilegge che ricorda, per certi versi, Han Solo. Tuttavia, c'è un precedente che non può essere ignorato: il film Solo: A Star Wars Story, anch'esso incentrato su Han Solo, è stato il primo vero flop al botteghino del franchise. Già solo questo fa capire quanto la tematica possa essere rischiosa.

Essere "solo" un buon gioco non basta più


Pad alla mano, Star Wars Outlaws non è un brutto gioco, ma nemmeno un capolavoro. È semplicemente godibile. Tuttavia, oggi sembra che un gioco valutato "da 7" venga considerato mediocre o non meritevole d’acquisto, a meno che non sia fortemente scontato o regalato. Questo diventa ancora più evidente se lo si confronta con altri giochi di Star Wars pubblicati da EA, come Star Wars Jedi: Fallen Order e Star Wars Jedi: Survivor, entrambi acclamati dalla critica, con il secondo addirittura candidato al premio Best Action/Adventure Game nel 2023.


Ubisoft, dal canto suo, non ha fatto molto per rendere Outlaws memorabile, restando nella sua comfort zone e proponendo un classico open world, simile agli ultimi Assassin's Creed. Di conseguenza, il gioco appare subito come un’ennesima variazione dello stesso schema.



La crisi di fiducia nel brand Star Wars


Forse il fattore che più ha pesato sul destino di Outlaws è qualcosa al di fuori del controllo di Ubisoft: il declino del rapporto dei fan col brand Star Wars. Non si tratta di una perdita di interesse, ma di fiducia, che è ancora più grave. L'ultima trilogia cinematografica, pur avendo ottenuto buoni incassi, ha iniziato a incrinare il legame tra il franchise e i suoi fan. A questo si aggiungono serie televisive come Obi-Wan Kenobi e The Book of Boba Fett, che non hanno entusiasmato, in netto contrasto con i buoni riscontri di prodotti come The Mandalorian e Ahsoka, legati principalmente al duo Filoni-Favreau.

Il colpo finale è arrivato con la serie Star Wars: Acolyte su Disney+, accolta in modo devastante dai fan per vari motivi (critiche anti-woke, scarsa aderenza al canone, trama poco coinvolgente). Gli ascolti sono stati così bassi che, per la prima volta, Disney è stata costretta a cancellare una serie Star Wars dopo una sola stagione, nonostante fosse già stata annunciata una seconda. In un contesto in cui metà dei prodotti legati al brand non è stata apprezzata e dove, forse, la gente ha perso fede nella Forza, un gioco "solo buono" come Star Wars Outlaws non ha avuto vita facile. E pensare che solo lo scorso anno era stato premiato come "Gioco più atteso" ai The Game Awards.


Il futuro di Ubisoft


L’accoglienza tiepida di Outlaws ha aggravato ulteriormente la situazione di Ubisoft, già sotto pressione a causa delle pesanti critiche a Assassin’s Creed: Shadows. Il titolo, in uscita nel 2024, ha già collezionato problemi, tra artwork plagiati da artisti ignari nella Collector's Edition, errori storici (come la confusione di bardi giapponesi con strumenti cinesi) e l’accusa di essere un gioco “woke” per aver scelto Yasuke, un vero samurai nero, come protagonista. Le critiche sono state così pesanti che Ubisoft è stata costretta, per la prima volta, a rinviare il lancio di un Assassin's Creed.



È improbabile che in pochi mesi Ubisoft riesca a rivoluzionare completamente il gioco, ma l'azienda dovrà sicuramente fare il possibile per trasformare un titolo "solo buono" in qualcosa di più.


È quindi tutta colpa di Ubisoft?


La risposta alla domanda iniziale è complessa. Da un lato, Ubisoft è un publisher che sembra essersi adagiato sui successi passati, senza fare grandi sforzi per innovare. Dall'altro lato, c’è un fenomeno culturale più ampio: il pubblico è sempre più distaccato dal brand Star Wars, e un gioco buono ma non eccezionale come Outlaws non poteva che soffrire in questo contesto. La colpa, quindi, non è tutta di Ubisoft, ma l’azienda probabilmente non ha fatto abbastanza per evitare di trovarsi in questa situazione difficile.


E voi, cosa ne pensate?

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