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Immagine del redattoreMatteo Pelli

Il DC Extended Universe è morto, lunga vita al DC Extended Universe!

Dieci anni di film a marchio DC Comics, sotto il marchio Warner Bros la casa editrice fondata nel 1934 ha fatto il bello e il cattivo tempo al cinema.

Passato, presente e futuro di un progetto che potenzialmente poteva avere delle frecce al suo arco ma che non è stato sfruttato a dovere.


 

L'inizio dello Snyderverse


Sappiamo tutti come i Marvel Studios, con il suo Marvel Cinematic Universe, abbia creato un universo condiviso ben coeso che, dopo i primi film solisti, ha portato alla creazione del primo crossover, quel The Avengers (2012), acclamato da pubblico e critica.

Da lì in poi la Casa delle Idee ha collezionato un successo dopo l’altro anche con i singoli film, incassando complessivamente più 22 miliardi e mezzo di dollari in poco più di dieci anni di attività. E la DC comandata dal colosso Warner Bros? Rimase a guardare?

Dopo il successo clamoroso della trilogia Nolaniana dedicata all’Uomo Pipistrello, la Warner mise in piedi il suo universo condiviso nel 2013, mettendo in produzione il primo dei film del cosiddetto DC Extended Universe: L’uomo d’acciaio, diretto da Zack Snyder con nientemeno Christopher Nolan in fase di produzione.

Con un vero e proprio peso massimo del fumetto americano l’esordio, sulla carta, non poteva essere dei migliori, tuttavia il film sulla genesi del Superman di Henry Cavill non riesce a spiccare il volo.

La sua eccessiva lunghezza, i toni troppo cupi, il ritmo frammentario (figlio di una fruizione narrativa troppo altalenante), fanno sì che Man of Steel risulti un film assolutamente bipolare: troppe chiacchiere boriose nel primo atto, troppa devastazione nella seconda parte della pellicola, una grave mancanza di equilibrio che ha fatto storcere il naso a parecchia gente.

Nonostante il tiepido responso della critica e del pubblico, Snyder non demorde e prosegue nella sua visione creando, nel 2016, Batman v Superman: Dawn of Justice, originariamente nato come sequel de L’uomo d’acciaio ma poi trasformato in corso d’opera in una sorta di backdoor pilot della Justice League.

Il secondo film, arricchito dalla presenza di Ben Affleck nei panni del Cavaliere Oscuro e di Gal Gadot nel ruolo di Wonder Woman, verrà criticato, se possibile, ancor più aspramente di Man of Steel.

Dal predecessore prenderà tutti i difetti: troppo lungo, troppo cupo, troppo pessimista, troppo confusionario nella scrittura. Il film, in sostanza, vuole essere troppe cose messe insieme: un prologo per la Justice League, una sorta di adattamento nemmeno troppo ricercato de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller e de La morte di Superman di Dan Jurgens, facendo il classico "colpo alla botte e colpo al cerchio” senza però centrare nessuno degli obbiettivi.

Nel mentre i Marvel Studios, acchiappano soldi e consensi con film ben confezionati e alla portata di tutti e il confronto tra Batman v Superman e Captain America: Civil War è impietoso: usciti a due mesi di distanza, il film Marvel incassa 1 miliardo e 200 milioni a fronte di un budget di 250 milioni, Dawn of Justice finisce la sua corsa con soli 850 milioni di dollari worldwide a fronte di un budget iniziale di 350 milioni, riuscendo per un pelo a rientrare dai costi di produzione. Insomma, non proprio un inizio scoppiettante per il neonato DCEU...

Justice League e i primi problemi


Dopo il disastroso Suicide Squad (2016) di David Ayer, la Warner riceve una ventata d’aria fresca con Wonder Woman di Patty Jenkins uscito nel 2017.

Il film con Gal Gadot è scorrevole e ben confezionato, finalmente i vertici WB riescono a mettere a segno il primo gol nel derby contro i Marvel Studios.

I tempi, quindi, dovrebbero essere maturi per lanciare il primo film corale della DC: Justice League.

Snyder torna quindi in cabina di regia ma la morte improvvisa di sua figlia cambia le carte in tavola, il regista di Watchmen e 300 abbandona il film in piena post-produzione, con la Warner che deve sostituirlo con Joss Whedon, già regista dei primi due lungometraggi dedicati ai Vendicatori di casa Marvel. Con Whedon al comando, la Warner annunciò due mesi di riprese aggiuntive con una sostanziale riscrittura del copione che permise al regista di alleggerire i toni della pellicola tuttavia trovandosi di fronte ad una grana non da poco: Henry Cavill si stava preparando per girare Mission Impossible: Fallout e, per motivi contrattuali con la Paramount, non poté radersi i folti baffi che si era fatto crescere per il suo ruolo nel film con Tom Cruise. Morale della favola: baffi rimossi in digitale e faccia di Superman completamente posticcia, come si vede benissimo nell’introduzione del film.

Justice League esce a novembre del 2017, il risultato è un mostro di Frankenstein tagliato con l’accetta, due ore di film dove vengono introdotti tre personaggi nuovi ma appena abbozzati a causa della riscrittura dello script (a farne le spese, su tutti, è Cyborg interpretato da Ray Fisher), una CGI da denuncia penale e un tono completamente diverso dai precedenti lavori di Snyder. A fronte di un budget di 300 milioni di dollari, il film incassò (worldwide) poco più di 650 milioni, con il responso negativo di critica e pubblico.

Alla Warner (all'epoca) c’era un bel po’ di confusione a livello dirigenziale che, irrimediabilmente, si riversò sugli spettatori che si ritrovarono una marea di storyline appena accennate e tutte diverse da un film ad un altro, senza un reale filo conduttore.

Walter Hamada (promosso capo della DC Films) dopo il successo di Aquaman (2018) dichiarò che l’universo condiviso era ufficialmente finito a favore di film solisti, imponendo la parola fine al DC Extended Universe.


L'hashtag "releasethesnydercut"



Nel mentre la Warner prosegue dritto per la sua strada, apparentemente fregandosene degli insulti che i tifosi di Snyder (o i bot, come si scoprirà più avanti) elargiscono più o meno gratuitamente nei confronti della major californiana.

Anzi, incurante del tifo sfegatato dei fanboy di Snyder, la WB continua col progetto dei film solisti slegati tra loro, con prodotti però troppo discontinui: tra cui troviamo successi clamorosi (Aquaman), film mediocri (Shazam! uscito nel 2019) e prodotti purtroppo di bassa qualità (Birds of Prey e il terribile Wonder Woman 1984, entrambi del 2020). Nel frattempo vengono cancellati vari progetti che sembravano collegati al vecchio universo condiviso: il film su Cyborg viene cestinato e il suo interprete, Ray Fisher, inizierà una battaglia a colpi di tweet contro Whedon e Walter Hamada, il film sulle Lanterne Verdi, Green Lantern Corps viene rimandato a data da destinarsi, il film di Batman diretto e interpretato da Ben Affleck viene cestinato dopo che quest’ultimo abbandona il ruolo del Crociato di Gotham.

Tuttavia, nel 2019, arriva l’annuncio che tutti i fans dello Snyderverse volevano sentire: Zack conferma di avere una cut personale del film della durata di 3 ore e mezzo salvata sul suo pc.

Da lì il movimento “Release the Snyder Cut” inizia a farsi più forte tant’è che gli stessi attori, con Ben Affleck in prima fila, danno voce all’hashtag sui social appoggiando il progetto.

Snyder, dal suo profilo sul social network Vero, inizia a diffondere notizie, approfondimenti e storyboard sul film che doveva essere ma che non è stato, interagisce con i fans che lo incalzano di domande e fa innesta un barlume di speranza nei cuori degli appassionati, tant’è che ad un certo punto succede l’inimmaginabile.

Complice (purtroppo per noi e per fortuna del regista) la pandemia che ha colpito inesorabilmente il nostro pianeta, nel maggio 2020 Snyder in conference call, annuncia che la famigerata Snyder Cut, intitolata Zack Snyder's Justice League, arriverà a marzo 2021 in esclusiva su HBO Max. 70 ulteriori milioni verranno versati nelle casse del film per permettere a Snyder di finire il suo lavoro lasciato incompiuto e il risultato è sotto gli occhi di tutti: un workprint di 4 ore diviso in 6 capitoli che sì, approfondisce tematiche e personaggi pesantemente tagliati da Whedon, ma che di fatto non aggiunge nulla di particolarmente esaltante alla versione del 2017.

Il canovaccio narrativo rimane quello, la risoluzione degli eventi è la stessa, il tutto però rivisto e corretto secondo la logica di Snyder che, probabilmente, senza pandemia sarebbe rimasto a bocca asciutta e con lui tutti i fans in visibilio che gridano al ritorno dello Snyderverse. Purtroppo per loro, però, le cose andranno ben diversamente.


La nascita dei DC Studios



I flop al botteghino di The Suicide Squad – Missione Suicida di James Gunn (che rimane un film meraviglioso a dispetto dei pochi incassi al cinema) e del disastroso Black Adam (2022) sono gli ultimi tasselli di un puzzle che verrà completamente rifatto dopo l’uscita degli ultimi quattro progetti targati DC Films, tutti in uscita nel 2023: Shazam! Furia degli Dei (marzo), The Flash (che fungerà da soft-reset dell’universo, in uscita a giugno), Blue Beetle (agosto), Aquaman e il regno perduto (dicembre) saranno gli ultimi film di un progetto ormai morto e sepolto, figli di una gestione fallimentare da parte di burocrati che sono stati silurati a favore del nuovo che avanza.


Non è un mistero, infatti, che a novembre del 2022 la DC Films sia stata rifondata e rinominata DC Studios con James Gunn e Peter Safran assunti come presidenti per supervisionare i progetti cinematografici, televisivi e videoludici di stampo DC Comics nei prossimi anni e tutti collegati tra loro in un unico, grande universo narrativo.

Chiaramente l’assunzione di questi due creator ha spazzato via le ultime briciole del vecchia gestione, a farne le spese sono stati il film dedicato a Batgirl (addirittura cancellato quando era in post-produzione) e l’annunciato terzo film di Wonder Woman, sempre diretto da Patty Jenkins.

L’ingaggio di Gunn e Safran, inoltre, ha spento del tutto le speranze del roccioso Dwayne Johnson e del suo goffo tentativo di rilanciare lo Snyderverse annunciando il ritorno di Henry Cavill nei panni di Superman in Black Adam, di fatto facendo due clamorosi autogol: sia per aver spoilerato il film con due mesi d’anticipo, sia per aver fatto i conti senza l’oste. Bravo Dwayne, il tuo ego non ti ha dato ragione questa volta.


James Gunn intanto negli ultimi due mesi aveva promesso scintille ed è proprio nell’ultimo giorno del mese di gennaio che il nuovo presidente ha annunciato i nuovi progetti cinematografici e televisivi del neonato DC Studios, in una prima parte intitolata Chapter 1: Gods and Monsters, partiamo prima dai film previsti:

Superman: Legacy – scritto dallo stesso James Gunn, narra le vicende dei primi anni di “carriera” dell’uomo d’acciaio, è l’unico progetto che per ora ha una data d’uscita: 11 luglio 2025


The Authority – pellicola dedicata ad un supergruppo che usa metodi poco ortodossi per mantenere la pace


The Brave and The Bold - ispirato alla run di Grant Morrison, è il film dedicato a Batman e al suo rapporto conflittuale con suo figlio Damien Wayne


Supergirl: The Woman of Tomorrow – lungometraggio dedicato a Kara Zor El, cugina di Superman


Swamp Thing – pellicola di stampo horror che cercherà di riportare in auge il personaggio dopo la sfortunata serie tv, gli ultimi rumors indicano James Mangold come papabile regista


A seguire i prodotti televisivi:

Creature Commando – l’unica serie animata per ora annunciata, scritta dallo stesso James Gunn e doppiata da chi darà il volto ai personaggi apparsi nei live action Waller – sequel di Peacemaker (sempre di Gunn), ritroveremo Viola Davis nei panni della bieca Amanda Waller Paradise Lostprequel di Wonder Woman ambientato interamente a Themyscira, è confermato che avrà un mood simile a Game of Thrones


Lanterns – dedicata alla coppia di Lanterne Verdi Hal Jordan e John Stewart, descritta come una serie in pieno stile True Detective


Booster Gold - serie dedicata all’omonimo personaggio proveniente dal XXV secolo, supereroe per professione che si dedica ad imprese eroiche sempre enfatizzate e a scopo di lucro. Potenzialmente una serie dal classico stampo comico/grottesco


Inoltre, James Gunn ha confermato che The Batman di Matt Reeves e Joker di Todd Philips (che è in ballo con lo sviluppo del sequel, Folie a Deux) sono progetti collaterali che avranno il marchio Elseworld, quindi non saranno inclusi nel progetto condiviso di questo nuovo universo creato dal regista di Guardiani della Galassia e da Peter Safran. In conclusione, Gunn ha anche annunciato ufficialmente che The Batman parte II vedrà la luce il 3 ottobre 2025.

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