Il panorama videoludico è stato costantemente accompagnato dai Tie-in, ovvero videogiochi con concessione di diritto d'autore, che hanno seguito le varie generazioni di console nel corso degli anni. Vediamone l’evoluzione tramite qualche esempio.
Durante l’Xbox Developer Direct del 18 Gennaio 2024, a catturare l'attenzione del pubblico è stato sicuramente il nuovo gioco Bethesda, ispirato alle avventure dell'archeologo più celebre del cinema: Indiana Jones e l'Antico Cerchio. L’ultima fatica di Todd Howard si inserisce in una tradizione ben più antica di quanto si possa pensare: il genere Tie-in, giochi con concessione di diritto d’autore, utilizzati spesso durante la quinta e sesta generazione di console per promuovere film o serie televisive.
Prima di analizzare il fenomeno nella sua forma attuale, diamo uno sguardo all’evoluzione che ha avuto nel corso degli anni. Gli esempi per illustrare tale processo sarebbero molteplici, ma ci limiteremo a tre gemme e tre grandi delusioni del medium.
Tre Tie-in da recuperare
1. Bugs Bunny Lost in Time
Chiunque abbia vissuto l'era PlayStation 1 o dei computer tra gli anni '90 e 2000, probabilmente avrà giocato a "Bugs Bunny Lost in Time". Questo platform di alta qualità nascondeva dietro il suo classico aspetto a livelli, una profonda esperienza di backtracking, con bonus nascosti, abilità da sbloccare e livelli segreti di notevole difficoltà.
La grafica che ricalcava a pieno lo stile inconfondibile dei Looney Tunes, unita ad un gameplay semplice ma efficace, fecero di questo gioco un’esperienza indimenticabile.
2. Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re
Uscito nel 2003, è considerato uno dei migliori Tie-in della storia. Seguendo fedelmente la trama dell’omonimo film, offriva la possibilità di scegliere diversi membri della compagnia prima di ogni stage. La grafica straordinaria per l'epoca unita alla possibilità di giocare in modalità cooperativa locale, lo resero un'esperienza divertente e coinvolgente, che riempiva i nostri pomeriggi e ci impegnava nella battaglia per il destino della Terra di Mezzo contro gli orchi di Mordor.
3. Il Padrino
Se siete un appassionati della trilogia Mafia, di The Getaway o del cinema di alta qualità, è probabile che abbiate giocato a "Il Padrino". Gioco del 2006, offriva un protagonista inedito e una trama avvincente seppur fedele: oltre a raccontare la storia della famiglia Corleone, aggiungeva anche la scalata al potere del nostro avatar fino ad ottenere il controllo di New York e delle grandi famiglie.
Grafica eccezionale, comparto musicale che riprendeva a piene mani la colonna sonora, l’incredibile libertà di esplorazione, unita alla fedeltà all'opera originale, rendevano questo titolo una perla della sesta generazione di console.
Tre Tie-in da dimenticare
1. E.T. The Extra Terrestrial
Considerato da molti il gioco più brutto della storia. Negli anni, si è sempre pensato che fosse il motivo del crack della società, ma di recente si è scoperto che non fu un tale insuccesso di vendite come si narra. La vera causa, infatti, è da imputare ad Atari e alla sua politica di distribuzione: ben 4 milioni di copie per far fronte ai 10 milioni di console presenti sul mercato, il tutto per coprire i costi folli di pubblicità che la compagnia si assunse per far fronte alle festività natalizie.
Il gioco rimane comunque un pessimo titolo, mal programmato e pieno di difetti, tanto da aver costretto la compagnia a sborsare cifre astronomiche per i rimborsi richiesti dagli acquirenti infuriati. L’unione di tutti questi fattori, portarono la Software House a dichiarare banca rotta e a seppellire nel deserto del New Mexico tutte le copie rimanenti. Solo nel 2018, le cartucce sono state recuperate: una parte fu messa in vendita, la restanti, invece, sono attualmente conservate come cimeli.
2. Buffy: L'Ammazza Vampiri
Tratto dalla popolare serie televisiva nata dalla mente di Joss Wheldon (il regista dei primi due Avengers n.d.r.), il gioco del 2002 per PlayStation 2 deluse non pochi fan, presentandosi con una grafica insoddisfacente e una programmazione scadente.
I comandi , fin troppo legnosi, lo resero un titolo praticamente ingiocabile, contribuendo al suo rapido oblio nel mondo dei videogiochi.
3. Rambo: The Video Game
Nonostante le buone premesse e la possibilità di ripercorrere la storia dei primi tre film, il gioco del 2014 si rivelò un deludente sparatutto in prima persona su binari, con seri problemi su vari livelli: dalla ricarica delle armi alla pessima gestione delle hitbox dei nemici. La critica internazionale lo bollò come un FPS irrealistico, mal programmato, guadagnandosi voti estremamente bassi e un posto dimenticato nella memoria dei giocatori.
L’evoluzione dei Tie-in
È innegabile che l'approccio tradizionale dei Tie-in, concepiti come mero supporto pubblicitario, è ormai desueto. L'evoluzione del medium e l'avanzamento tecnologico hanno favorito la creazione di opere più complesse e articolate, come dimostrato dalle serie Batman Arkham e Marvel's Spiderman. Questi giochi, sebbene possano essere considerati Tie-in, rappresentano il desiderio autentico dei fan: l'immersione totale in mondi precedentemente solo letti o visti.
Il genere non è mai morto davvero, ed anzi gli imminenti annunci di Indiana Jones e di Wolverine, ci dimostrano come, nonostante sia cambiata la forma e lo scopo, i giochi su concessione fanno ancora parte del palinsesto video ludico.
In alcuni casi, possono addirittura essere l’ago della bilancia sulla scelta di acquisto di determinate console - il recente Marvel’s Spiderman 2 ne è un esempio.
I Tie-in non si sono mai estinti, si sono, invece, adattati ai tempi ed ai sogni dei fan: questi hanno sempre desiderato e desiderano tutt’ora di poter impersonare il loro supereroe preferito in un mondo aperto, sorretto da un gameplay dinamico, scorrevole ed una trama coinvolgente, mentre il tutto tenga presente, con amore e rispetto, l’opera da cui è tratto.
In attesa di poter indossare l’iconico cappello da Cowboy ed abbattere orde di nazisti a colpi di frutta, vi invitiamo a leggere anche altri nostri speciali, che potete trovare qui.
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