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Kingdom Come: Deliverance II - cosa ereditare e errori da non ripetere

Immagine del redattore: Luigi CinquegranaLuigi Cinquegrana

Prossimi all'uscita di Kingdom Come Deliverance II, analizziamo le caratteristiche del primo capitolo che ci auguriamo siano state migliorate.

 

Considerato uno dei titoli più attesi nel prossimo mese dai fan dei giochi di ruolo, Kingdom Come: Deliverance II, il seguito della serie GDR action medievale sviluppata da Warhorse Studios e pubblicato da Deep Silver, è vicina alla pubblicazione prevista in data 4 febbraio su Playstation 5, Xbox Series e PC.


Difatti, nonostante il primo capitolo non sia per nulla esente da difetti e numerosi bug, la serie sembra avere occupato un significativo posto tra gli amanti genere. Nonostante le presentazioni del titolo ci abbiano fatto intendere che guardiamo ad un progetto più ambizioso rispetto al primo capitolo, la nostra speranza è quella di avere un gioco che abbia fatto tesoro della propria esperienza pregressa e abbia ereditato e migliorato solo gli aspetti positivi dell'avventura. Pertanto, alla luce di quanto di esposto, andiamo ad analizzare gli aspetti di gioco che dovranno essere ereditati e migliorati dal nuovo capitolo.

Kingdom Come Deliverance II

Dove eravamo rimasti?


Il primo punto che andremo ad analizzare è proprio l'inizio del gioco, che come annunciato è un sequel diretto del primo capitolo. Lo studio di sviluppo ha specificato che sarà presente un esteso riassunto del primo gioco per i giocatori che approcceranno direttamente il secondo episodio della serie. Il primo Kingdom Come ci ha visto nei panni di Henry, un ragazzo proveniente dalla Boemia che ha visto il suo villaggio bruciare a causa di una guerra per la corona tra Venceslao e Sigismondo. Da lì, il protagonista è finito al servizio di Sir Hans Capon con lo scopo di aiutare l'erede al trono Venceslao e dichiarare guerra a Sigismondo.


Kingdom Come Deliverance

L'inizio dell'avventura ci vedrà cominciare direttamente con Henry che è già un avventuriero esperto. Difatti non si partirà con un personaggio senza alcuna abilità, ma avremo a disposizione un personaggio già formato. La scelta di introdurre un riassunto ad inizio gioco la riteniamo un'ottima mossa commerciale per avvicinare tutti i giocatori alla serie (anche chi ha interrotto il precedente capitolo) e dare una rinfrescata alla memoria di chi lo ha giocato nel 2018. Difatti ricominciare l'avventura nel classico dei modi con un nuovo personaggio nelle stesse modalità sarebbe risultato ripetitivo ai fini dell'esperienza.


Si ritorna in una Boemia più definita?


L'ambientazione del secondo capitolo vede anche questa volta la caratteristica Boemia (attuale Repubblica Ceca) in una mappa che dovrebbe essere più grande rispetto al precedente capitolo. Il fulcro di questo nuovo mondo è la città di Kuttenberg, che è molto più grande, densa e vivace di quella visitata in passato. Riteniamo la conferma del contesto decisamente conforme a quello che deve essere un titolo medievale, ma speriamo nel secondo capitolo in un dettaglio grafico più accurato su quella che è la natura e i paesaggi che circondano l'ambiente. Stiamo parlando comunque di un titolo uscito sette anni dopo il precedente, pertanto ci aspettiamo un miglioramento della qualità paesaggistica e di tutto il mondo che va oltre alla collina che ci ha fatto compagnia nel primo capitolo.


A Kuttenberg, si aggiunge inoltre un seconda mappa open world, Trosky, per un'ampiezza di territorio che raddoppia il primo titolo a detta degli sviluppatori.

Boemia in Kingdom Come Deliverance II

Un sistema di combattimento non per tutti


Uno dei punti di discussione più accesi per il primo capitolo fu sicuramente il sistema di combattimento. Secondo alcuni giocatori, infatti, il duello con la spada era ritenuto un po' troppo legnoso e non sempre puntuale rispetto ai movimenti del giocatore. Per completezza di informazione, va anche specificato che, in contrapposizione ad una fazione di scontenti, c'è stata anche una rilevante fetta di utenti che invece hanno apprezzato il sistema di combattimento giudicandolo realistico e il punto di forza della sua esperienza. Proprio questo conflitto e l'ambizione per Warhorse Studios di poter raggiungere un pubblico sempre più ampio, si è reso necessario modificare la difficoltà del sistema di guardia e di attacco con la spada. Difatti, sembrerebbe che ora le direzioni di attacco siano quattro e le stoccate non siano associate ad un comando separato, ma fanno parte delle classiche combo di attacco. Anche il sistema di parata dovrebbe essere più intuitivo ed efficace con più attacchi simultanei.


Per il sistema di combattimento, ovviamente approviamo la scelta applicata dal team di scegliere un sistema più semplificato e che possa includere un numero maggiori di giocatori. Quello che ci auguriamo, oltre al fatto di non aver snaturato troppo il realismo di movimento visto nel primo capitolo, è che non ci siano input lag e problemi nei movimenti del nostro personaggio. Difatti nel 2018, soprattutto nei primi giorni di uscita, su Playstation 4 furono molte le segnalazioni di input lag nel sistema di combattimento e i relativi bug nella fase di parata e di stocco.


Una delle novità principali del sistema di combattimento è l'utilizzo delle armi a distanza, che ovviamente ci auguriamo che non vada a snaturare quello che il realismo poc'anzi tanto decantato. Pertanto ci aspettiamo e speriamo che l'utilizzo e l'impatto delle armi sia abbastanza limitato.

Kingdom Come Deliverance II

Approccio diversificato alle missioni


Un aspetto che già non mancava nel primo capitolo è quello di un approccio personalizzato e diversificato alle missioni secondarie. Infatti ci aspettiamo che in questo capitolo sia ereditata la possibilità di approcciare alle missioni in base alla scelta del giocatore e decidere se puntare sulla diplomazia, sulla furtività o sull'intimidazione. Quindi ci aspettiamo anche in questo capitolo un approccio non lineare nell'avventura.


D'altronde non avrebbe senso andare a modificare uno degli aspetti di forza del primo capitolo. Oltre a quello che è l'approccio ci aspettiamo delle missioni secondarie diversificate e numerose che possano dare vita a delle vere e proprie sottotrame.


Il punto dolente... ottimizzazione e bug!


Non è raro associare Kingdom Come Deliverance alla parola bug. Difatti il primo capitolo del 2018, soprattutto nei primi giorni di lancio è stato criticato per via della presenza di numerosi bug e glitch che ne hanno un po' compromesso il giudizio della critica e hanno un po' reso difficile l'esperienza di gioco. Infatti fin dalle prime ore di gioco, si ha l'impressione di avere davanti un'avventura indimenticabile, ma allo stesso tempo piena di difetti.


Ci aspettiamo che il team abbia fatto tesoro della sua precedente esperienza e che il titolo questa volta fili in modo molto più liscio rispetto al suo predecessore. Anche l'ottimizzazione, soprattutto su computer con schede grafiche performanti, ci è sembrato uno dei punti deboli dell'esperienza su cui il nuovo capitolo deve per forza di cose focalizzare la propria attenzione. Anche i modelli dei personaggi risultavano (già nel 2018) essere un po' obsoleti e non proprio conformi alla generazione di appartenenza. Va anche specificato che come primo progetto sicuramente Warhorse Studios non era certa del numero di vendite e di profitti: magari il budget previsto era limitato e il punto che ne ha più risentito è stata proprio l'ottimizzazione.


C'è anche da aggiungere che all'utenza che adora la tipologia di giochi di ruolo medievale è molto più interessata ai contenuti e al gemplay rispetto alla grafica, ma avere un titolo con pochi bug e una grafica più accurata non può che rendere l'esperienza migliore.

Kingdom Come Deliverance II

Accuratezza storica


Kingdom Come Deliverance viene definito dagli esperti di storia un romanzo cavalleresco che cerca ovviamente di mantenere una propria fedeltà storica, ma allo stesso tempo adattarsi a quella che è la forma d'arte del videogioco. Quello che ci auguriamo non venga fatto nel successivo capitolo è stravolgere il contesto storico con elementi di regia e trama che non sono coerenti con il secolo di appartenenza. Allo stesso tempo pensiamo che sia necessario una maggiore diversificazione di ideologia e di pensiero dei personaggi, sempre mantenendosi nella sfera della coerenza storica, in considerazione della rappresentazione della Boemia che nel 1400 era un contenitore di tensioni e conflitti politici.

 

In sintesi sono questi gli aspetti che ci aspettiamo che il titolo debba ereditare e migliorare dal predecessore, ovviamente la data di uscita è vicina e non vediamo l'ora di provare pad alla mano se Warhorse Studios ha effettivamente alzato l'asticella della qualità della sua serie medievale. Non ci resta che aspettare il 4 febbraio!

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