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Immagine del redattoreSusy Federico

La nascita della parola nerd e la sua trasformazione nel tempo

Ogni parola possiede una storia.


La necessità di spiegare un fatto, un’emozione, una situazione o semplicemente un oggetto ha reso indispensabile, nel corso del tempo, la creazione di nuovi termini al fine di dare un senso a tutte le cose appena citate.

Ogni parola dunque nasce da una necessità, da un bisogno intrinseco nella natura dell’uomo di dare un nome alle cose.

Ma un nome non è semplicemente un nome. Una parola non è semplicemente una parola. Spesso, dietro di essa, si nasconde un passato affascinante e ricco di storia.

Nella cultura greca arcaica, ad esempio, il significato dei termini spesso trascendeva dalla parola stessa, andando ad inglobare in essa un significato più preciso che andava a mettere in atto ciò che dietro le parole si nasconde.


Ne è un esempio la Hybris, in greco antico: ὕβϱις.


Letteralmente questo termine può essere tradotto con “tracotanza”, "eccesso", "superbia", “orgoglio” o "prevaricazione"; ma nella realtà dei fatti stava ad in indicare un comportamento ben preciso che partiva dal passato e si ripeteva, incessantemente, nel corso delle generazioni; si indicava infatti un fatto empio avvenuto nel passato, con un peso talmente oneroso da arrivare a sfidare l’ira degli dei stessi. La colpa di una tale azione si sarebbe poi ripercossa sulle successive generazioni, sarebbero stati i figli a pagare le colpe dei padri.

Sei lettere, quindi, per indicare un’azione che trascendeva il tempo e lo spazio. Non era solo nel presente, ma anche nel passato e sarà anche nel futuro.


Una tale profondità di significato in una singola parola è forse andata perduta, ma ciò che di certo ancora resta con noi è come, in maniera a volte crudele e dolorosa, alcune parole possano appiccicarsi addosso ad una personalità, lasciando poco spazio alla possibilità di scrollarsela di dosso.


È questo il caso, senza alcuna ombra di dubbio, di una parola che ogni gamer che si rispetti si è senz’altro sentito dire(talvolta in maniera piuttosto negativa) almeno una volta nella vita.

Stiamo parlando della parola NERD.


Pur essendo ormai un termine comune e, se vogliamo, anche alla moda, della nascita della parola nerd, , sappiamo ben poco.

Molto probabilmente vide la luce in un passato piuttosto recente; pare infatti risalga ai primi anni 50’ e nello specifico in ambito studentesco.

Il periodo storico in cui l’etimologia di nerd deve i natali, lascia presupporre che abbia ben poco a che fare con la tecnologia; fatto che mai avremmo potuto immaginare visto che, sostanzialmente, questo termine viene sempre attribuito ed associato ad un soggetto specifico che ha a che fare con la tecnologia e con la scienza in particolare.



E allora perché ha questo significato adesso?


Bisogna fare un ulteriore passo indietro e dall’America è necessario spostarci su un altro continente, quello Europeo e, più nel dettaglio, in Inghilterra; passando attraverso una mera coincidenza fonetica.

Nello slang inglese, se leggiamo la parola drunk (ubriaco) al contrario, ne uscirà un suono simile alla parola in questione: knurd (provate a leggerlo ad alta voce).

Se con il contesto sociale della nascita aveva poco a che fare con il significato che oggi gli attribuiamo, è facilmente individuabile le motivazioni per cui la parola drunk, la quale è spesso sinonimo di goliardia e socialità, pronunciata al contrario veniva utilizzato per “richiamare” un determinato tipo di persona.

Da questo momento in poi, con le informazioni che abbiamo in mano, riusciamo facilmente a capire il perché dell’asocialità spesso accomunata ai nerd.


Nel corso del tempo quindi, partendo da questo presupposto, il termine si è trascinato dietro una serie di etichette e pregiudizi che hanno formato ciò che di un “nerd” si presuppone di conoscere; quasi come se fosse un valore assoluto comune ad ogni singolo individuo.


Se ci approcciamo anche a tempi ancora più recenti, il senso di sfortuna ed imbranataggine è stato portato all’estremo anche grazie all’intrattenimento televisivo, dove il personaggio definito nerd interpretava ed interagiva con la storyline sempre a livello piuttosto marginale, senza mai entrare veramente nel vivo, se non attraverso gang comiche che andavano a mettere in risalto la sua scarsa capacità di socializzazione.


Uno degli esempi più lampanti, ma che ha rappresentato anche un grande motivo di rivalsa per i nerd, è senza alcun dubbio il mai dimenticato Steven "Steve" di “Otto sotto un tetto” ( Family Matters titolo originale).


Ciò che molti non sapranno è che Steve era inizialmente un personaggio secondario, e tale sarebbe dovuto rimanere, se non che, dato il suo inaspettato successo, passò dall’essere una comparsa sporadica a praticamente protagonista della serie.


Ma Steve come veniva descritto?


Stevie era molto intelligente, non era di bell’aspetto, si vestiva in maniera stramba, aveva una stranissima voce e non faceva altro che combinare guai, suscitando l’ilarità di tutti. Il nerd per eccellenza che incarnava in esso tutti gli stereotipi.


Non si nota una certa somiglianza tra il ragazzo di prima e quella di Steve?


Ad un certo punto però succede qualcosa.

Steve, come detto poco fa, è dotato di un’intelligenza fuori dal comune (riesce ad inventare una macchina del tempo ed una per il teletrasporto) ma ad un certo punto della serie crea un siero per trasformare se stesso in Stefan, una versione più mascolina e meno imbranata di Steve, al fine di conquistare il cuore della sempre amata Laura.

Alla fine della serie Laura sceglierà Steve, quello originale, il quale avrà fatto un lungo lavoro su stesso per migliorarsi.



Il fatto che Laura scelga Steve come compagno di vita e non Stefan, in qualche modo ha ridato “dignità” ad un personaggio, che seppur divertente, era stereotipato all’eccesso; ma nonostante questo plot twist, indubbiamente accettato e amato da molti, c’è qualcosa che stona in tutta la storyline.

Come accennato poche righe più sopra, Steve ha dovuto lavorare su stesso per far sì che Laura lo accettasse, e non il contrario. Questo processo (attuato in molti contesti dell’intrattenimento nelle loro storyline) altro non ha fatto che acuire quel senso di inadeguatezza che fa da padrona al senso insisto nella parola nerd. È il nerd che deve adattarsi alla società perché quelle stesse caratteristiche che gli aveva associato, non potevano essere accettate dalla società.


Con il passare del tempo la storia della parola nerd compie una svolta inaspettata e perde (quasi) del tutto il significato che aveva acquisito: essere nerd diventa una moda.

Con il boom di internet e di tutto ciò che ne è conseguito, comincia ad attuarsi uno scambio di informazioni accessibili a tutti mai visto prima; le distanze si accorciano attraverso le connessioni e, cose prima lontane e difficili da conoscere, lo diventano nel giro di un semplicissimo click.

È in questo contesto socio-culturale del tutto nuovo che essere nerd diventa un trand.


Questa è una foto d'esempio dello stile geek: trattasi dello stile nerd che spogliato dei significati dispregiativi diventa lo stile di una persona intelligente, piena di interessi ma anche molto attiva dal punto di vista sociale


Inaspettatamente a quanto si possa pensare, questa moda indigna i più affezionati. Nella parola, pur essendo spesso ghettizzante e sinonimo di anti-socialità, molti avevano trovato una propria dimensione, ciò non è affatto incomprensibile se pensiamo che, spesso, ognuno di noi trova conforto nelle debolezze comuni.

Per quelli che venivano definiti nerd, quel mondo stereotipato era diventato una specie di rifugio nel quale, seppur nascosti, potevano essere loro stessi senza sentirsi giudicati.


Negli anni 80 cominciarono a formarsi i primi gruppi di D&D, l’avvento delle sale giochi aveva reso possibile conoscere altri appassionati uscendo fuori casa così come i club del libro e del fumetto; tutti avevano trovato un posto nella condivisione delle proprie passioni.

L’imprevedibile fama della parola era andata dunque a destabilizzare un equilibrio ben definito e con i contorni ben precisi.

Ci siamo ritrovati così ad additarci l’un l’altro consci delle proprie capacità e passioni, quasi come il voler essere nerd andasse inevitabilmente ad implicare un assalto nella zona confort di questa nicchia.

La parola nerd, dunque, viene di nuovo scontornata, assume ancora una volta un nuovo significato, diventa sinonimo di uno stile di vita, di un modo di vestire adesso e non solo di essere.


Ma tutto questo, al giorno d’oggi, che impatto ha avuto sulla società? E cosa significa davvero essere nerd?


Essere nerd, e questo è un mio parere del tutto personale, non significa niente.

Quella parola è nata si da un’esigenza, ma era un desiderio sbagliato di denigrazione e derisione dell’altro.

Ciò che è necessario comprendere da tali tribolazioni etimologiche è che nerd può significare anche libertà. Libertà intesa come desiderio e affermazione di sé stessi, di amare ciò che si vuole amare.

In conclusione, ciò che possiamo affermare è che questo termine vada a trascendere il senso primo di ogni parola: la descrizione. Quell’insieme di lettere è stato propriamente usato nel corso del tempo per vari motivi, trasformandosi attraverso lo scorrere delle epoche, in base alle questioni sociali e di tendenza.

Nerd non è stata solo una parola, è stata un affronto, un cliché, poi si è trasformata in un rifugio ed infine ha plasmato una moda. Nerd allora forse davvero non significa niente, perché il suo adattamento alle vicende è troppo palese e malleabile. Alla base di ogni etimologia che si rispetti, seppur arricchita di nuovi significati in base alle epoche storiche, restava un nucleo fondamentale ed imprescindibile attorno a cui si arzigogolavano nuovi elementi, ma mai che andassero così tanto a scardinare una struttura primaria già preesistente e solida.

Se questa parola dunque acquisisce il significato in base alle voci di chi la pronuncia, dobbiamo tenere fermamente a mente un insegnamento: ogni singola volta la storia viene riscritta in tanti piccoli modi e ciò che nerd debba essere o significare in futuro dipende solo da noi.


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