Dalla presentazione al prezzo in un contesto di mercato dal successo e dai contenuti qualitativi già precari, tutto, ma proprio tutto, quello che è andato storto con la presentazione di Playstation 5 Pro, quanto Sony vi chiede di spendere e cosa vi offre in cambio.
È martedì 10 settembre quando Playstation avvia una diretta dalla durata di soli nove minuti definita presentazione tecnica. Un po’ perché viviamo in un mercato che si nutre di leak e speculazioni che, veri o meno, spesso distruggono qualsiasi tipo di effetto sorpresa per il consumatore; un po’ perché la definizione ‘presentazione tecnica’ stessa lascia ben poco all'immaginazione; con stupore di pochi, viene annunciata la nuova console che farà parte della line-up di Sony: Playstation 5 Pro.
La presentazione lascia qualche perplessità per le modalità con cui si svolge, e la conclusione della diretta dà la stangata finale a questo misterioso prodotto, del quale abbiamo capito davvero, davvero poco: PS5 Pro sarà lanciata in Europa ad un prezzo base di 799,99 €, con stand verticale e lettore ottico venduti separatamente, per un totale complessivo per coloro che volessero integrare la versione digitale e - è difficoltoso scrivere queste parole mantenendo una serietà meramente informativa - tenerla in verticale, di quasi 950,00 €.
L’annuncio viene (come prevedibile da chiunque eccetto a quanto pare Sony) accolto dal pubblico con malcontento. Il numero di non mi piace, ora non più visibile sul canale Youtube di Playstation, superava già poche ore dopo la diretta i settantaseimila dislike, chiaramente un sintomo che lo sconcerto non deriva soltanto dagli oppositori a Sony, ma anche da buona fetta del suo stesso pubblico.
Ma cosa c’è di così sbagliato in Playstation 5 Pro? Beh, tutto, ma proprio tutto.
Errare humanum est, perseverare…
Qualche dubbio sulla mancanza di contatto di Sony con la realtà e di completa resistenza a qualsiasi tipo di feedback da parte dei giocatori ci era sorto già con la precedente entry della famiglia Playstation: Playstation Portal. Anche in quel caso, dopo una presentazione un po’ dubbia (al punto che tanti l’hanno acquistata senza capire neanche esattamente come funzionasse o cosa fosse) ci siamo trovati a chiederci: per chi è pensato quello che altro non è che un accessorio per giocare in remoto?
Parallelamente a PS5 Pro, Portal si presentava con un prezzo di mercato assolutamente non affine al ruolo di periferica che svolgeva, per poi limitarsi a ciò che i giocatori della principale console concorrente di Playstation possono fare ovunque con un semplice Tablet e un controller.
In quel caso, ci siamo detti che il pubblico di riferimento di questo accessorio, che non è una console, fosse coloro che sono costretti dalla condivisione della TV con familiari e conviventi a stare lontano dalla propria PS5, pur restando nelle pareti di casa (PS Portal funziona anche fuori casa, ma ricevendo comunque la trasmissione dalla console principale e sul presupposto di una buona connessione all’esterno). Insomma, un pubblico davvero piccolo, e la mancanza di chiarezza sui dati di vendita dell’accessorio non fa altro che alimentare i dubbi. Di Portal già non si parla più… è forse perché Sony non vuole parlarne?
Lo escludiamo, visto che ciò indicherebbe che Sony abbia preso consapevolezza dell’errore e abbia appreso da esso. Purtroppo, invece, non solo reitera, ma sembra quasi star sondando il terreno su quanto possa tentare di prendere in giro il proprio pubblico prima che esso se ne accorga.
Il problema è che se i giocatori sono disposti ad accettare un accessorio in sovrapprezzo per amore per il brand, darsi un pizzicotto da 219,99 € e darsene uno da 799,99 € senza lettore ottico e stand verticale inclusi sono dolori completamente diversi.
Per quale pubblico è pensata Playstation 5 Pro?
Aggiungiamo a questo che proprio come nel caso di Portal, non è chiaro quale sia il pubblico di riferimento della PS5 Pro. I videogiocatori definibili come “smanettoni della grafica”, coloro realmente in grado di cogliere le minuscole differenze mostrate e le tecnologie a supporto di una resa che doveva essere quella di base delle console di questa generazione, sono molto probabilmente già videogiocatori da PC.
Coloro che hanno già acquistato PS5 e che magari guardavano al salto verso la mid-gen con entusiasmo, si aspettavano di pagare 200,00€ in più per la nuova console, quindi si sono ritrovati, per la maggior parte, a fare un passo indietro quando la presentazione ha mostrato il prezzo finale. Coloro che non hanno ancora acquistato PS5, magari pensando, a questo punto della vita della generazione ‘prenderò direttamente la Pro’, valuteranno attentamente se vogliono investire meno di seicento euro con tutto incluso o quasi mille euro per vedere una diversa renderizzazione degli alberi in lontananza in Marvel’s Spider-Man 2 mentre la console punta a ma non garantisce i 60 fps fissi in ogni momento.
Non è una console per le famiglie, non è una console che la maggior parte dei bambini può richiedere ai genitori per Natale.
E non lasciamoci ingannare dal prezzo: la console non è assolutamente un pacchetto premium per i super appassionati. In che modo dovrebbe un giocatore sentirsi premium, sentirsi valorizzato dal brand, se riceve all’acquisto la console base, senza stand, senza lettore integrato, senza un DualSense Elite? L’unica cosa premium di PS5 Pro è il prezzo, ma in questo mercato, quale giocatore pensa davvero che gli altri lo vedranno come un utente premium per questo acquisto piuttosto che come uno stolto di cui sembra che la produttrice voglia approfittarsi?
Insomma, non è ancora chiaro quale sia la parte di pubblico che abbia richiesto come priorità la semplice rinuncia al compromesso tra la modalità grafica e la modalità performance – perché, in sintesi, è questo che Playstation 5 Pro fa (pur premettendo esplicitamente a inizio presentazione che il 75% dei giocatori preferisce la modalità performance, quindi Sony afferma di aver cercato di ridurre un compromesso che i giocatori non sembrerebbero chiedere, vista la disparità tra le due modalità nella scelta del consumatore).
È una console pensata ed architettata per nessuno e, forse l’elemento più cupo del tutto, è che si tratta di una console pensata per nessun gioco nuovo e accompagnata da nessun gioco al lancio che non sia già stato giocato da quasi tutti i possessori di una console Sony.
Una nuova console senza giochi
La pretesa di chiedere così tanto al videogiocatore dando così poco in cambio è ancora più insensata quando segue una presentazione come quella che abbiamo visto, che lascia davvero a desiderare… e di certo non a desiderare l’upgrade. Sony decide di mostrare tutte le sue migliorie grafiche percepibili tramite Youtube dall’occhio umano fortunato che gode ancora dei dieci decimi attraverso The Last of Us Part II - un gioco uscito su Playstation 4, rimasterizzato per Playstation 5 – e Ratchet & Clank: Rift Apart, un titolo lanciato con l’originale Playstation 5 quasi quattro anni fa.
Tutti i giochi esclusivi (per la maggior parte usciti o in uscita su PC) che vengono mostrati durante lo showcase tecnico sono titoli che la maggior parte del bacino d’utenza Sony ha giocato (sì, perfino chi non ha la Playstation 5 base in alcuni casi, come in quello del già citato The Last of Us o di Horizon: Forbidden West) o che se giocasse ora sulla Playstation 5 ne ricaverebbe comunque una versione pienamente soddisfacente. È emblematico, infatti, come Playstation abbia mostrato titoli della cui resa nessuno si era lamentato: sono giochi che girano perfettamente su Playstation 5 e che non hanno davvero bisogno di diminuire il compromesso (se non per qualche caso di terze parti).
La nuova console viene presentata senza nuove esclusive, senza integrare promesse sulla resa grafica di giochi non esclusivi in uscita già molto attesi dal pubblico (viene citato, tra i giochi enhanced Assassin’s Creed Shadows). Sony sta chiedendo ai giocatori di spendere ottocento euro per rigiocare gli stessi giochi che hanno già giocato ma con riflessi tre volte migliori e minuscoli dettagli migliorati.
Quando la nuova generazione non ha ancora ingranato, al punto che i titoli che dovrebbero essere di punta, continuano per anni ad uscire come cross-gen, il salto qualitativo dal punto di vista della performance ha veramente senso? Fa riflettere che si chieda al videogiocatore di acquistare a tale prezzo una console 5.5 per giocare una versione migliorata di un gioco uscito sulla console 4 base. Anche se Playstation 5 Pro avesse la potenza di un PC (non ce l’ha, a dispetto di ciò che vorrebbe indurci a pensare Sony col pricing), presentarla così dà l’impressione di voler vendere una Ferrari ad una persona senza patente.
PS5 Pro stabilisce un precedente potenzialmente pericoloso
Torniamo sulla questione del prezzo e della mancanza delle componenti base della console, perché diciamoci la verità, la maggior parte del malcontento e dello stupore risiedono qui. Se Sony avesse chiesto ai videogiocatori di acquistare allo stesso prezzo (799,99 €, quello base) una console completa, le reazioni sarebbe già state diverse. Perché questo? È molto semplice. La questione per il pubblico non è il prezzo in sé, ma la terribile sensazione di essere raggirati, presi in giro, considerati stupidi dal brand che hanno sempre identificato come i miei videogiochi.
La spinta verso il digitale è comprensibile, ma dovrebbe, appunto, trattarsi di una spinta dove c’è ancora spazio di manovra e non una che mette con le spalle al muro. Definire ‘coraggioso’ il modo in cui Playstation vuole spingere il giocatore ad acquistare i titoli sul proprio Store per massimizzare il profitto è veramente sorprendente alla luce di una generazione in cui non si è avuto neanche il coraggio di rendere la maggior parte delle esclusive dei primi anni soltanto next-gen. Da ciò deriva probabilmente la sensazione del giocatore che si ricorra al coraggio unicamente quando gli effetti della scelta ‘coraggiosa’ sono sulle sue spalle piuttosto che su quelle del produttore.
Cosa dovrebbe fare un giocatore che ha a casa decine e decine di videogiochi fisici acquistati dai tempi di PS4 ad oggi, soprattutto sapendo che la maggior parte dei titoli saranno migliorati da PS5 Pro attraverso l’intelligenza artificiale tramite PSSR in maniera automatica? È forse un utente premium se la sua collezione di videogiochi non viene premiata, ma anzi gli viene chiesto di acquistare a parte 119,99 € di lettore ottico?
Di per sé, fissare il prezzo di una console digital only e priva degli accessori di posizionamento che erano inclusi nella versione base al lancio a € 799,99 stabilisce un precedentemente molto pericoloso per il mercato e contribuisce a far passare il concetto di console stesso dal bene accessibile a chi voglia videogiocare comodamente senza doversi occupare di componenti, a bene di lusso, in maniera similare a ciò che l’iPhone con caricabatterie venduto separatamente fa per i telefoni. Con la differenza che sul cellulare potete fare molto, davvero molto, incluso, ormai, videogiocare a titoli d’ultima generazione.
Sony, sfruttando la propria posizione di estremo vantaggio sul mercato - considerando che Microsoft punta molto più ai servizi rispetto che alla mera vendita della console vista l’esistenza del PC e che Nintendo ha praticamente un mercato a sé stante - ha messo le basi affinché chi voglia in futuro vendere una console completa a quasi mille euro possa farlo, perché è già stato fatto.
Chiaramente che si decida di proporre nuovamente qualcosa del genere dipenderà anche da quante Playstation 5 Pro saranno effettivamente prodotte e ancora di più da quante saranno vendute. Ci viene infatti difficile pensare che Sony possa immaginare di vendere questa console in grandi numeri. Forse è consapevole di dover ricercare il margine di guadagno sui pochi disposti all’acquisto, e forse nessun altro proporrà una console da assemblare a oltre 900 € in futuro, ma mettere le basi affinché ciò possa anche essere solo considerato possibile di nuovo è un danno per l’intero settore videoludico.
Una visione sintetica
Al netto di quanto affermato, Playstation 5 Pro si presenta principalmente come la rinuncia al compromesso tra modalità fidelity e performance, cercando di creare attraverso un prezzo di €799,99 di base, l’illusione di avvicinarsi alla resa del PC, senza mai poterla realmente raggiungere, e richiedendo al giocatore di acquistare separatamente il lettore ottico e lo stand verticale, una posizione che ci costringe a confrontare il prezzo di base con quello di Playstation 5 Digital al lancio e quindi sottolineare, per onestà, che Sony sta chiedendo al giocatore 400,00 € in più, mostrando i miglioramenti attraverso una remaster di un videogioco uscito su Playstation 4.
È forse una delle rare occasioni in cui le conclusioni vanno tratte semplicemente leggendo queste parole.
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