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Immagine del redattoreAdriano Ventrone

Recensione: Kaos – La tragedia greca di Netflix

Aggiornamento: 16 set

Annunciata ormai nel lontano 2018 come una “generica rivisitazione moderna in chiave dark dei miti greci” e ricomparsa dal nulla qualche mese fa con l’annuncio del suo cast, Kaos è finalmente approdata su Netflix.

 

A riaccendere l'interesse sulla serie, a ormai 6 anni dal suo annuncio, ci ha pensato Netflix pochi mesi fa annunciando contemporaneamente data di uscita e soprattutto un nome del cast, ovvero l'amatissimo Jeff Goldblum.


Con queste premesse andiamo a scoprire come se l'è cavata Kaos nella nostra recensione SENZA SPOILER!


Il Mito ai giorni nostri


Immaginare gli dèi di antichi pantheon ai giorni nostri non è di certo un’idea completamente nuova, basti pensare ai romanzi di American Gods (e la sua sfortunata serie tv targata Prime) o alla sicuramente più famosa saga di Percy Jackson; tuttavia, la creatrice della serie Charlie Covell (già ideatrice di The End of the F***ing World) ha voluto variare molto sul tema rispetto alle sopracitate opere.


Infatti, se in American Gods e Percy Jackson gli dèi sono entità reali ma essenzialmente sconosciute alla maggioranza degli umani in Kaos il pantheon greco è di fatto la religione più diffusa nel mondo.


Gli dèi esistono, gli umani lo sanno e di conseguenza li venerano in maniera non dissimile rispetto a come oggi si venera il cristianesimo.


Ma in questo universo non sono solo gli dèi ad essere reali, bensì anche altre figure di spicco della mitologia greca, che vivono le loro vite in attesa del realizzarsi del loro fato.


Il Fato, esattamente come nelle tragedie greche, è un fattore fondamentale nella narrativa della serie, ma ne riparleremo più avanti.

Gli dèi


Come detto, gli dèi sono reali. Capeggiati da Zeus e da sua sorella-consorte Era, gli dèi influenzano in maniera più o meno attiva ogni aspetto della vita degli umani. Il problema, però, è che spesso le decisioni sono prese da degli esseri che nel migliore dei casi sono pigri e nel peggiore considerano gli umani solo come delle creature inferiori, utili solo per adularli.


Zeus, per esempio, è un dio che sicuramente un tempo è stato buono e giusto ma che è purtroppo ormai schiavo delle sue paranoie (scaturite da una profezia che ne ha già sancito il Fato) e delle sue insicurezze. Tali paranoie si traducono in una totale incapacità di farsi amare sia dalla sua famiglia che dagli umani.

D’altro canto, invece, Era sembra essere decisamente più lungimirante di suo marito, riuscendo sempre a premere i tasti giusti per farlo ragionare e talvolta anche per raggirarlo.


Ade, il dio dell’oltretomba invece, è rappresentato come il vice-CEO di un’azienda sempre in movimento, lavoro che Zeus gli ha caritatevolmente affibbiato. A prendere di fatto le decisioni importanti dell’Oltretomba è Zeus, che in quanto Re pretende di metter bocca anche nell’operato dei fratelli.


Poseidone è rappresentato come il classico uomo ricco che preferisce muovere i fili stando tranquillamente in costume sul suo yacht, delegando di tanto in tanto le proprie mansioni ad umani con cariche di spicco nel mondo.


Forse il più “umano” nel cast divino è Dioniso, il dio degli eccessi e del vino, qui rappresentato come un ragazzo che apprezza sinceramente gli umani (passando molto del suo tempo tra di loro) ma che allo stesso tempo cerca di compiacere suo padre. Sarà proprio la sua decisione di trovare un proprio scopo di vita che metterà in moto parte della trama.


Gli dei dell'Olimpo sono a tutti gli effetti una famiglia decisamente disfunzionale, composta da un padre ossessionato dal "salvare la famiglia" a modo suo, una madre che cerca sempre di mettere una pezza ai casini causati un po' da tutti, un figlio più piccolo che fa di tutto per compiacere i genitori ed i due classici zii, quello "figo" e sbruffone e quello gentile ed oberato di lavoro.

In generale la rappresentazione degli dèi e delle loro dinamiche familiari funziona in quanto molto reale ed attuale, risultando uno dei punti forti della serie


Gli Eroi


Come introdotto immediatamente dal narratore della storia, gli eroi del nostro mito moderno sono tre mortali ed i loro comprimari; Euridice, Arianna e Ceneo. Questi tre personaggi sono persone comuni, ispirate ovviamente ai rispettivi miti di riferimento, che per via del Fato si trovano in una serie di eventi più grandi di loro.


Volenti o nolenti purtroppo i destini di questi mortali viene irrimediabilmente danneggiato in maniera più o meno diretta dalle scelte degli dèi ed ognuna delle loro storyline, apparentemente scollegate, finisce per andare in una direzione comune.

Le vicende mortali, seppur apparentemente meno affascinanti di quelle divine, riescono a dipingere in maniera molto naturale e convincente il quadro generale di un mondo si devoto agli dèi ma profondamente succube dei loro capricci.


Il Fato ineluttabile


Uno degli aspetti che contraddistingue la letteratura greca è il Fato e la sua ineluttabilità. Le gioie, le tragedie, i trionfi e le tragiche fini degli eroi dei poemi greci sono tutte decise dal Fato.

Anche gli dèi sono schiavi di esso. Nella serie il Fato e le profezie sono il vero motore delle trame di tutti i personaggi, mortali e divini in maniera non dissimile rispetto agli antichi miti.


Il fato è spesso un tragico destino verso cui un individuo è indirizzato sin dalla nascita verso cui difficilmente ci si può opporre. Zeus, per esempio, nel corso della sua millenaria vita è stato corrotto dall'ossessione di sventare la propria profezia che sancisce la propria caduta, diventando di conseguenza instabile, egocentrico e meschino verso chiunque si metta sulla sua strada.

 

Il cast


A comporre il cast della “Famiglia Divina” abbiamo nomi importanti come Jeff Goldblum nei panni di Zeus, Janet McTeer in quelli di Era, David Thewlis, Stephen Dillane e Cliff Curtis rispettivamente Ade, Prometeo e Poseidone, oltre che un meno navigato Nabhaan Rizwan nei panni di Dioniso. In quello umano, decisamente più giovane ma non per questo meno talentuoso, troviamo Aurora Perrineau e Killian Scott nei panni di Euridice ed Orfeo, Misia Butler in quelli di Ceneo e Leila Farzad in quelli di Arianna.


Come vengono trattati i miti classici?


Come detto all’inizio, gli eventi della serie si svolgono in una versione “ellenizzata” del nostro mondo; quindi, molte delle storie originali sono state adattate in maniera più moderna.


Orfeo ed Euridice, ad esempio, sono una coppia di innamorati, ma il loro amore non è così roseo come si potrebbe pensare. Arianna, figlia del Presidente Minosse, vive una vita votata alla perfezione e all’adorazione degli dèi voluta dai suoi genitori. Ceneo, esattamente come nel mito, è un’Amazzone che ha scelto di diventare uomo venendo bandito dalla sua tribù e dalla sua famiglia, con tutte le tragiche conseguenze del caso che risultano oggi molto attuali.


Molti altri miti hanno subito il medesimo trattamento nella serie, ma eviteremo di parlarne per non incappare in spoiler della trama.


La serie riesce quindi a rendere in maniera convincente molti di questi miti “attuali”, non dimenticando il dark humor di fondo con cui è stata concepita.


La narrativa corale è un’arma a doppio taglio


Kaos mette in scena tanti personaggi con altrettante storyline diverse (forse addirittura troppi), il che da un lato si traduce in una narrativa molto corposa e piena di dettagli e sfaccettature, ma dall’altro risulta in un ritmo narrativo alle volte altalenante. Il tutto si traduce in alcuni momenti della trama apparentemente “morti” che vengono ripresi solo diversi episodi più tardi.


Verdetto Finale

PRO

CONTRO

  • Tanti personaggi ben caratterizzati.

  • Miti adattati in maniera intelligente.

  • Storia interessante e ben narrata.

  • Cast di altissimo livello.

  • Colonna sonora suggestiva e ricca.

  • di pezzi rock e pop iconici.

  • … forse addirittura troppi.

  • Ritmo alle volte altalenante.

Kaos si è fatta attendere decisamente tanto ma per fortuna l’attesa e stata quasi completamente ripagata. Un cast praticamente stellare, una storia interessante con un intrigo non scontato ed una realizzazione di alto livello sono tutti fattori che rendono la serie un ottimo prodotto. Al netto di un ritmo un po’ altalenante dovuto soprattutto alla sua narrativa corale, la serie pone delle solide basi per una seconda stagione, soprattutto considerando le rivelazioni venute alla luce negli episodi finali.

Voto Finale: 8


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