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Immagine del redattoreSusy Federico

The Last of Us Part II: il gioco dell'anno

Attenzione! L'articolo contiene spoiler


The Last of Us non ha bisogno di presentazioni di sorta, già il primo capitolo nel 2013 fu un fenomeno mondiale; vinse la bellezza di 204 premi e l’action-adventure della Naughty Dog venne considerato uno dei giochi migliori della storia; per trama, caratterizzazione dei personaggi e gameplay.

Si dice spesso che quando un fenomeno ha una tale portata bisogna tenere basse le aspettative perché quando viene creato un sequel queste potrebbero essere facilmente deluse, ma non è il caso di The Last of Us Part II.

Il secondo capitolo della saga si aggiudica svariati premi, tra cui quello di Ultimate Game of the Year ai Golden Joystick Awards 2020 e quello di Game of the Year ai The Game Awards 2020 e viene considerato dalla critica video-ludica uno dei migliori giochi della generazione corrente; diventando tra l’latro il gioco più premiato dell’anno vincendo 117 premi.


Noi l’abbiamo giocato per voi, provando ad analizzarlo nei minimi dettagli in modo tale da darvi una nostra motivazione, o anche più di una, sul perché il gioco abbia meritato così tanto successo sia nel pubblico che nella critica.

Difatti c’è da specificare, come in ogni ambito d'altronde, che la proclamazione di gioco dell’anno non sia stata scevra da critiche negative; in molti hanno ritenuto immeritato il premio adducendo come motivazione la presenza nel panorama videoludico moderno di altri titoli più meritevoli, sia per ambientazione che per gameplay innovativi.

Proprio per questo motivo abbiamo deciso di gettarci in questa avventura per voi, provando ad analizzare ogni singolo dettaglio in modo da capire "i perché" di questa scelta unanime della critica che, in qualche modo, ha diviso il grande pubblico videoludico.


Partiamo dal principio.


Cosa succede, come comincia il gioco?


Nel capitolo precedente abbiamo lasciato Joel ed Ellie a Jackson dove sono giunti dopo aver seminato le Luci. Joel è riuscito a salvare Ellie dal suo destino di “ cavia”; infatti quest’ultima è immune al CBI che ormai dilaga sul pianeta e Le luci, attraverso lei, cercavano di creare un vaccino per salvare l’umanità da un destino che pare ormai irrimediabilmente segnato verso l’oblio.

Joel salva Ellie, nonostante sia cosciente che lei sia l’unica immune al mondo; tuttavia la chiave per la creazione del vaccino si trova nel cervello della ragazzina e non esiste modo di estrarlo senza determinarne la morte. Questa consapevolezza porta Joel a compiere una scelta, decide di salvarla pur sapendo di star condannando l’intera umanità. Tutto questo perché nel corso del gioco il rapporto tra i due diventa forte e profondamente radicato nelle mancanze di entrambi, Ellie è una ragazzina sola che ha perso ogni cosa e Joel vede in lei un motivo di riscatto per la figlia che non fu in grado di salvare anni prima.

Joel quindi decide di non lasciar morire Ellie, ed in preda a quella che si può definire quasi una “ furia assassina” stermina le Luci e chiunque intralci il suo cammino, pur di portare in salvo la ragazza.


Il nuovo capitolo si apre con la confessione di Joel a Tommy ( suo fratello). La vita a Jackson è un angolo di paradiso, fortemente in contrasto con la realtà con cui eravamo abituati a scontrarci nel capitolo precedente.

La quotidianità scorre placidamente, non priva di organizzazione per allontanare gli infetti.

Vengono istituite delle squadre di ricognizione allo scopo proprio di scovare qualche minaccia e portarla via da Jackson repentinamente.

Durante una di queste ricognizioni Joel e Tommy incontrano una ragazza in difficoltà: Abby.

Il gameplay è nostro in quel momento, siamo noi Abby e stiamo scappando da un orda di Zombie, il nostro destino sembra segnato, ma ecco che appaiono i fratelli che riescono a metterci in salvo.

Abby li conduce al suo rifugio, ma qui le cose cambiano, non c’è gratitudine ad attenderli ma odio e vendetta.

Joel e Tommy vengono catturati.

Ellie, venuta a sapere della scomparsa di Joel, si mette sulle sue tracce, siamo di nuovo “ dall'altra parte”; troviamo il rifugio di Abby e dei suoi compagni, riusciamo ad entrare senza problemi, troviamo Joel ma è troppo tardi, Abby lo sta torturando e lo uccide davanti gli occhi di una incredula Ellie.


Dobbiamo focalizzarci a questo punto su un elemento fondamentale: Abby uccide solo Joel, risparmia tutti lasciandoli” quasi” indenni.


Conoscendo il personaggio di Ellie, così straordinariamente simile all’indole di Joel, non ci stupisce il fatto che lei (insieme a Dina, Tommy ed in seguito a Jesse) si metta immediatamente sulla tracce di Abby, in cerca di vendetta.

Nel corso della storia verremo a conoscenza del perché Abby abbia ucciso Joel con tanta furia: ella altri non è che la figlia del medico che avrebbe dovuto operare Ellie; ucciso da Joel a sangue freddo.

Nel corso di un flashback in cui vestiamo i panni di Abby, suo padre ( chirurgo delle Luci) ci viene mostrato come un uomo estremamente gentile e di buon cuore, si prodiga nel salvare gli animali al pari degli esseri umani, questo allo scopo di farci comprendere che tipo di animo avesse l’uomo, completamente dedito alla cura del prossimo.


Il contesto


Per analizzare dettagliatamente l’opera dobbiamo senza alcun dubbio soffermaci sul mondo e sulla divisione di esso.

L’anno corrente è il 2034, il mondo come ben sappiamo è dilaniato da questa pandemia globale che trasforma gli uomini in “ bestie” prive di senno, caratterizzate da una fame incontrollabile di esseri umani.

Ma questo non è il male maggiore, ahimè. Gli uomini si sono suddivisi in varie fazioni che combattono tra di loro allo scopo di salvaguardare il proprio interesse personale. Ma vediamoli nel dettaglio.

  • I "Lupi" del Washington Liberation Front: Vivere nella ZQ ( zona di quarantena) non è di certo facile. I cittadini dovevano sottostare a leggi fortemente proibitive, come il razionamento del cibo, scarsità di movimento e soprattutto di parola. Una vera dittatura. Non è facile dunque pensare ad un forte malcontento che con il tempo ha portato alla formazione di “ gruppi di rivolta” in grado di contrastare e sovvertire l’esercito nazionale. Questi gruppi di rivolta si sono uniti e hanno fondato il Washington Liberation Front, i cui membri si facevano chiamare "Lupi" ( WLF). A capo dei lupi abbiamo Isaac Dixon, di cui nel corso della narrazione impariamo a conoscerne la spietatezza e risolutezza; Isaac non risparmia la vita a decine di ottimi soldati al solo scopo di sovvertire la FEDRA e prendere il possesso delle loro risorse. Quartier generale della struttura è lo stadio di CenturyLink Field( quasi una versione militarizzata di Jackson), dove vediamo installati pannelli solari per garantire l’energia e, peculiarità del lupi, si specializzano nell’addestramento dei cani pastore tedesco. Questo è il gruppo di cui fa parte Abby; e con lei Abby, Manny, Owen, Nora, Mel, tutte “ ex Luci”; ma nel corso della narrazione Abby si allontana dai metodi troppo violenti dei lupi a cui sente di non appartener più e mette in discussione tutta l’organizzazione, finendo per abbandonare i lupi e addirittura combattere contro di loro.

  • I Serafiti: questi ultimi nascono dagli stessi precedenti, i sopravvissuti della ZQ che ad un certo punto si sono ritrovati a dover scegliere se far parte di questo gruppo religioso (all'inizio fortemente pacifico) o diventare soldati al servizio dei lupi. Tale gruppo , era capeggiato da una donna misteriosa. Nel corso del gioco incontriamo spesso sui raffigurazioni, altari e statuette. Compagni di avventura di Abby, Lev e Yara, ci danno informazioni sul culto religioso nel quale sono cresciuti ( ma questo lo approfondiremo più avanti). Abili arcieri, aberrano le tecnologie moderne ( le considerano la causa della pandemia), combattono contro i lupi. Ai tempi della FEDRA i membri del culto ammontavano a svariate centinaia, si “ ritirano” su un’isola poco distante da Seattle dedicandosi per lo più alle coltivazioni, arrivando a costruire addirittura una piccola capitale “ Heaven”. Quest’ultima però viene presa d’assalto dai lupi in uno scontro epico in una delle battute finali del gioco; da cui Lev e Abby riescono a scappare praticamente per miracolo.


  • Le Serpi di Santa Barbara: delle serpi sappiamo ben poco; ma una cosa che salta immediatamente all’occhio è la loro evidente brutalità e mancanza di empatia. Son ben lontani dai motivi fintamente etici o religiosi che guidano le altre due fazioni, le serpi mostrano solo un evidente brutalità e una totale mancanza di rispetto per il genere umano. Difatti, in uno dei primi momenti del gioco Ellie assiste al suicidio di uno dei prigionieri; era riuscito a scappare ma appena viene ricatturato preferisce la morte al ritorno in cella. Sono uomini dotati di giubbotti antiproiettile, armati fino ai denti non risparmiano nessuno; chiunque incroci il loro cammino viene catturato e seviziato; uomo o” non morto” che sia.

I nuovi mostri

Analizziamo adesso nel dettaglio quali sono i nuovi infetti che si vanno ad aggiungere a quelli che abbiamo già conosciuto e combattuto nel capitolo precedente, facendo ovviamente le dovute premesse.

La minaccia biologica del gioco ha un nome, si chiama Cordyceps; il quale dopo aver invaso il Sud America, in un periodo di tempo brevissimo si espande per tutti gli Stati Uniti determinando, nel giro di pochissimi anni, la caduta dell’umanità consegnandola nelle mani degli infetti.

Ci si ammala “ in modo convenzionale”, ovvero attraverso un morso, o semplicemente inalando le spore fungine.

  • I Runner: primo stadio della CBI ( Cordyceps Brain Infection); raggiunto il liquido cerebro-spinale( e quindi il cervello) il fungo comincia a prendere il controllo dell’ospite. Avete notate la differenza di “ attacco” di alcuni di loro? Certi runner aggrediscono a vista, altri invece sono in un primo momento più restii e non è difficile ascoltare i loro lamenti; questo perché con questi ultimi l’infezione è particolarmente crudele, lasciando in loro una flebile consapevolezza che li porta a combattere contro questa fame insopportabile; coscienza che lotta disperatamente prima di soccombere definitivamente all'oblio, senza possibilità di ritorno. I runner rappresentano il primo stadio dell’infezione, non hanno alcun tipo di escrescenza, anche se visivamente appare piuttosto evidente il lavoro logorante del fungo all'interno dei loro corpi: vene ingrossate sul viso, occhi di colore innaturale, tratti martirizzati e scomposti. Sono dotati di un ottimo udito e sono particolarmente veloci nel ghermire le prede recidendone la giugulare. Per ammissione stessa di Newman e Druckman, nel secondo capitolo essi sono ancora più letali, i due volevano appunto servirsene per instillare la tensione nel giocatore. In questo episodio li vediamo attaccare in orde ( è questo il termine usato); noi giocatori ci sentiamo braccati e senza via di scampo, perché nel caso in cui ci si ritrovi in una situazione del genere esiste una sola via per la salvezza: la fuga.

  • Gli Stalker: stadio intermedio tra Runner e Clicker, questo specifico gruppo è poco sfruttato nel primo capitolo ma messo in perfetta luce nel secondo. A livello di dimensioni restano ancora simili a quelle di un essere umano, ma ormai il fungo ha preso il sopravvento anche sul corpo rendendoli praticamente ciechi. Sono chiare ed eventi le escrescenze sul viso e sulle braccia, si muovono nel buio e usano la stessa tecnica dei clicker per muoversi tra le tenebre ( ecolocazione). Sono dotati di bioluminiscenza, molto pericolosi è difficile coglierli di sorpresa essendo particolarmente sensibili ai rumori.

  • I Clicker: rappresentano i “ mostri” più iconici di the last of us, terzo stadio in cui non si ha proprio più nulla di umano. Il fungo ha preso il sopravvento anche nell'aspetto, la testa è completamente deforme e fuori misura, così come il corpo completamente ricoperto di placche fungine. I loro movimenti convulsi hanno uno scopo, non è casuale; vogliono instillare il concetto di “ imprevedibilità” tipico di questa specie. Dotati di una forza sovrumana sono altamente pericolosi, eliminarli di soppiatto resta comunque la scelta migliore.

  • Bloater : i bloater sono costituiti da una storia a parte, spesso gli stalker e i clicker sentono di star perdendo le forze, di conseguenza si rifugiano nei luoghi bui e umidi lasciandosi letteralmente “ morire “Nel contempo però rilasciano spore letali che infetteranno poi il mal capitato con una maschera logora o addirittura privo di essa. Spesso però questi non muoio ma si “ evolvono” nel quarto stadio, qualcosa che di umano non ha proprio più nulla. Dotati di una forza al di fuori di ogni immaginazione sono difficilissimi da eliminare, è consigliato il fuoco ma è comunque sempre ottimo giocare di abilità.

  • Gli Shambler: questa categoria non rappresenta il quinto stadio di evoluzione del CBI, bensì una “ versione alternativa” della mutazione rispetto a quella dei Bloater. Nel gioco Dina e Ellie, ad un certo punto della storia, si ritrovano nella metropolitana faccia a faccia con queste “ anomalie evolutive”. Tale cambiamento di rotta nella trasformazione pare sia dovuto a fattori ambientali. Questi esseri sviluppano una diversa transizione se si ritrovano in ambienti ricchi di tasso di umidità e parzialmente sommersi. Sono costituiti da una diversa crescita fungina che ne rafforza la struttura di gambe e braccia. Per quanto riguarda gli attacchi essi pare non siano in grado di mordere ma una volta lanciati all'attacco della perda sono difficili da sconfiggere per la loro forza straordinaria e disumana. Oltre all'attacco di gruppi essi, essendo costituiti da pustole giallo-arancio, sono ciò che di peggiore si può incontrare nel gioco, tali pustole infatti emettono una nube tossica in grado di uccidere in modo lento e profondamente doloroso; per non parlare dei loro lamenti in grado di gelare letteralmente il sangue nelle vene.

  • Rat King: evoluzione ultima per eccellenza, questa specie racchiude tutte le precedenti, includendo in essa tutte le più letali caratteristiche. Ad affrontare tale creatura questa volta sarà Abby nei sotterranei dell’ospedale di Seattle. In un primo momento ci sarà mostrato il suo“ nido” fatto di carne putrescente e sacche fungine; ma ci ritroveremo a doverlo affrontare poco dopo senza possibilità di fuga. Come detto in precedenza, questa specie racchiude tutte le caratteristiche più letali di tutte le altre: non ha una vera a propria struttura fisica: gambe e braccia rinforzate dalla crescita fungina, maestoso ed imponente è dotato di una forza mai incontrata prima. Ha le gambe di un Bloater, le pustole degli Shambler e possiede ben tre volti riconducibili ai tratti di clicker e Stalker. Abbiamo detto che è dotato di tre bocche principali, le adopera senza un apparente logica quando arriva il momento di cibarsi di una vittima. Il colorito è grigiastro, fatto ancora più inquietante poi è lo “ Stalker” che si ritrova sulla gamba sinistra, che poi si rivelerà essere un organismo indipendente che , come se non bastasse, dovremo a sconfiggere in contemporanea. Ultimo, ma di certo non per importanza, questo mostro possiede anche le tanto letali sacche di micotossina, in grado di uccidere lentamente l’avversario.


Terminate dunque le dovute premesse, è doveroso parlare del “ Mondo” di TLOU parte II in tutta la sua interezza e, sopra ogni cosa, bellezza.


La forza della natura


Un elemento fortemente in contrasto con l’atmosfera cupa e mai priva di colpi di scena, è senza alcun dubbio la forza devastante della natura . Complice una grafica di tutto rispetto, il gioco è ricco di paesaggi molto realistici in cui è evidente la supremazia di Madre Natura su secoli di opera umana.

Se pensiamo alla storia dell’uomo dobbiamo parlare di millenni di avanzamento tecnologico e architettonico. L’uomo ha costruito ponti, strade, palazzi, muri corazzati per la propria protezione, inventato stratagemmi per evitare le inondazioni, i terremoti… ma tutto questo è stato spazzato via nel giro di un attimo. Un millesimo di secondo, se paragonato all'intera esistenza terrena, è bastato per fare del progresso umano un vano ricordo.


A Seattle le strade sono solo un accenno di ruderi scomposti lungo il cammino, al loro posto scorrono fiumi e rapide impetuose che si riversano ferocemente nel mare; i palazzi hanno ceduto all'incuria e alle piogge lasciando nascere tra le loro mura fiori e vegetazione.

Nei "mala tempora currunt" narrati nel gioco, vi è insito quindi questo grande insegnamento: siamo nulla dinnanzi la natura. Il tempo è un elemento che non ci appartiene, così come ogni singolo sasso o angolo di pianeta, per quanto tecnologici e avanzati saranno i nostri progressi, per quanto alte potranno essere le nostre mura, ci sarà sempre un rigagnolo che sgorgherà da una crepa, il quale si trasformerà rapidamente in una cascata di cui potremo solo ammirarne la maestosità e la bellezza.


Senza tregua


Questo senso di inarrestabilità è esplicito in tutta la storyline. Ellie, Dina, Abby, Lev non hanno mai tregua; dietro ogni angolo si nasconde sempre un pericolo dal quale non si può fuggire. Il senso di caducità della vita è così potente che il giocatore a volte deve fermarsi un attimo a riprendere fiato. Non c’è tempo di respirare mentre siamo immersi nel gioco. I colpi di scena sono così tanti che sarebbe impossibile elencarli tutti.

Il giocatore è travolto da un “ effetto cascata” senza tregua, i motivi scatenanti sono solo la punta dell’iceberg, le conseguenze delle azioni logorano i protagonisti che si ritrovano a dover affrontare una moltitudine di perdite emotive inarrestabili e crudeli. Non c’è tregua dal dolore.

Elly perde Joel, Abby ha perso suo padre.

Entrambe, con la vendetta nelle vene, intraprendono un viaggio verso il senso del riscatto senza rendersi conto per gran parte del gioco che ormai questo non appartiene solo a loro.

Ellie perde Jesse, Tommy resta irrimediabilmente ferito. Ma questo non basta a fermare Ellie, le urla di Joel nella sua testa, quell'ultimo respiro a cui assiste inerme, le infondono una determinazione incontrollabile e irrefrenabile. Lei non si arrende dinnanzi a nulla, nemmeno alla morte.

Ma quella a perdere davvero tutto è Abby. A lei non resta più nulla. Gli affetti, l’amore, la casa. Riversa tutta se stessa in Lev e Yara, senza alcuna sosta si lancia in una corsa furiosa e trascinante per portarli in salvo, è coraggiosa e leale.

Ma allora chi è il cattivo?


I POV e il senso del gioco


In questo secondo capitolo non c’è un vero e proprio cattivo, a differenza di quanto possiamo credere all'inizio della narrazione.

Nelle prime ore di gioco è Ellie a tenere le redini, forti dell’affetto che proviamo per i nostri personaggi preferiti, odiamo Abby per quello che ha fatto e avanziamo in cerca di vendetta destreggiandoci abilmente tra Stalker e Clicker.

Ma ad un certo punto qualcosa cambia, vestiamo i panni di Abby e impariamo a conoscerne la storia e con essa la sua anima; ne condividiamo i ricordi e la linea di demarcazione che prima vedevamo così netta si fa sempre più flebile.

  • I sogni di Abby: ad un certo punto Abby fa due sogni. Simbolo e specchio della propria indole. Mette da parte per un attimo il suo obiettivo primo per correre in salvo di due ragazzini semisconosciuti che fanno parte della fazione avversaria. Questo ci fa capire che il cuore di Abby non è malvagio, ha sempre agito in virtù di un grande amore per il padre, i cui insegnamenti sono vividi e forti dentro di lei. “ Quando ti perdi nell'oscurità, cerca la luce” Questo è uno degli insegnamenti di suo padre, qualcosa di semplice e profondo che spiega in poche parole chi era l’uomo che Joel ha ucciso e che ha cresciuto Abby. Un individuo devoto e con un profondo senso di giustizia nei confronti dell’umanità. Ad avvalorare questa tesi c’è il fatto che in uno degli ultimi scontri, pur avendo il sopravvento su di lei, Abby non uccide Ellie. Non vendica la morte del grande amore e dei suoi amici. L’abbandona li, risparmia Dina; esprimendo il desiderio di non volerla mai più rivedere. Rinuncia alla sua vendetta per un bene superiore, più grande e più importante.

  • Il perdono di Ellie: L’incapacità di perdonare di Ellie è papabile sia dai primi attimi del gioco. Ellie è arrabbiata con Joel. Nel corso della narrazione veniamo a conoscenza del fatto che Ellie ha scoperto cosa ha fatto l’uomo, l’ha salvata nonostante lei fosse l’ultima speranza per l’umanità. Non riesce a perdonarlo e al contempo, anche se cresciuta, non riesce a perdonare Abby. Nonostante gli eventi( se li paragoniamo a quelli di Abby) siano stati piuttosto magnanimi nei suoi confronti, nonostante la vita placida che si era guadagnata, la serenità dell’amore e di una famiglia, Ellie non si arrende. È una furia inarrestabile. Torna a cercare Abby per avere la sua vendetta ultima. Ed è solo allora che la donna capisce l’importanza del perdono. Salva Abby e Lev da morte certa, ma nello scontro finale ( in cui il giocatore si trova pervaso da un profondo senso di inquietudine) Ellie risparmia la sua rivale emaciata, pallida, stanca; che porta addosso il risultato di due mesi di torture e stenti. Le salva la vita due volte: dalle serpi e da se stessa.

The Last of Us Parte II è dunque, non una storia di vendetta, ma di perdono. Destruttura gli archetipi fissi di una narrazione in cui c’è il personaggio buono e quello cattivo, li unisce li mescola e li oltrepassa, instillando in noi il dubbio su chi abbia torto o ragione.

Questa linea di demarcazione ampliamente sorpassata abbraccia, non solo i personaggi, ma l’interno universo del gameplay.


Sono i vivi ad uccidere altri vivi


Come abbiamo appena detto, TLOU parte II è un percorso disseminato di vittime, ma una cosa su cui dobbiamo necessariamente soffermarci è una:

è un mondo brulicante di “ creature malvagie”, prive di senno e assetate di carne umana, ma le vittime, le uccisioni che ci segnano irrimediabilmente, sono fatte dagli uomini. Sono gli uomini ad uccidere gli uomini, non i “ mostri”. Questo ci fa riflettere ancora una volta sul messaggio che questo imponente capolavoro vuole lasciare ai posteri ponendoci innanzi un ipotetico futuro in cui gli uomini non si alleano contro il nemico comune, ma gli uni contro gli altri; e si fanno la guerra.

Tutto ciò è sconvolgente proprio perché profondamente reale. L’essere umano distoglie lo sguardo da tematiche importanti focalizzandosi essenzialmente sul proprio tornaconto; possiamo proiettare questo triste concetto anche all'attualità: il mondo odierno è devastato da una miriade di problematiche: il riscaldamento globale, la fame nel mondo, il razzismo, la xenofobia; eppure spesso si fa finta di non vedere tirando dritto per la propria strada.

TLOU è innovativo anche in questo, affronta infatti tematiche delicatissime, le inserisce nel corso della storyline in maniera naturale senza forzature o denaturazioni.


Proviamo a scavarle e ad analizzarle insieme:


  • La religiosità : "Yara, mamma credeva con tutto il cuore, allora perché è andata così?” “ La fede non rende immortali, la vita è segnata da perdite” In questo articolo abbiamo precedentemente parlato dei Serafiti, fazione dedita al culto di una donna sconosciuta. Quest’ultima era forte di una convinzione: L’avvento della CBI altri non era che una sorta di “ punizione divina” abbattutasi sull’umanità che ha, come colpa più grave, quella dell’attaccamento ai beni materiali e ad un uso smodato della tecnologia. La donna mette su carta il suo credo, in qualche modo istruisce i suoi adepti alla sua credenza, i quali la seguono ciecamente. Gli uomini dei Serafiti innalzano altari volitivi e raffigurazioni che troveremo disseminati lungo tutto il percorso; ma tutto ciò che conseguenze ha avuto sull’uomo? Tramite una conversazione con Lev, veniamo a conoscenza della violenza della distorsione di un pensiero, lui ci informa sulla natura pacifica del credo della donna; ella aberrava la violenza; ma i credenti hanno trasformato tutto ciò in qualcosa di completamente diverso. La positività del credo si evince da un discorso sempre dello stesso Lev, il quale rincuora Abby in un momento davvero difficile per lei, sul significato positivo della paura. La popolazione serafita è succube di un fanatismo senza precedenti, le donne vengono sfregiate con tagli laterali sulle guance perché(dalle scritture) “ Siamo creature imperfette, e imperfetti ci mostriamo al suo sguardo” ; ma non finisce qui… caratterizzati da una linea gerarchica a piramide ben definita, al suo vertice siedono i cosiddetti “ anziani” i quali si arrogano il diritto di reclamare le ragazzine del culto per se, adducendo come “ scusa” la tradizione. Lev era uno di quelle ragazzine, da qui dunque è facile individuare la seconda tematica importante.

  • Tematiche LGBT ed il ruolo di genere: le tematiche LGBT non sono di certo neofite nel mondo di TLOU, già nel primo capitolo la sessualità di Ellie viene trattata con molta naturalezza e purezza, ma in questo capitolo scava ancora più a fondo nella questione, toccando il tema del ruolo di genere relativo al sesso biologico di appartenenza per arrivare a vivere pienamente nell'identità di genere di elezione che può essere maschile o femminile. È questa la storia di Lev. Lev nasce Lily, ma non si identifica nel corpo femminile, vuole essere riconosciuto ed accettato dalla società come un ragazzo; ma tutto precipita irrimediabilmente quando viene promesso in moglie ad uno degli anziani. Lev si ribella, si rasa i capelli a zero. Il gesto nasconde un profondo significato: ciò è vietato alle donne, le quali devono necessariamente portare i capelli intrecciati a corona sulla testa. Il gesto del ragazzino è forte, è costretto a scappare, gli danno la caccia, lo chiamano “l’apostata”. Un messaggio di xeno e omofobia molto forte che arriva come uno schiaffo in pieno viso alla società odierna. È un videogame, ma è anche la vita reale. Nel corso della narrazione viene toccata anche un'altra tematica importante di questa categoria ( messa sicuramente un poco in ombra dalla storia di Lev) ed è il concetto di famiglia in una coppia omosessuale. Dopo la morte di Jesse, Ellie e Dina vanno a vivere insieme decidendo di crescere insieme il piccolo nato dalla coppia “ Dina+ Jesse”. In un flashback inoltre, vediamo il primo bacio tra Dina e Ellie ad una festa, il padrone del locale le caccia in malo modo: quello è un posto per famiglie e certe cose non sono ammesse. Anche questo tristemente reale. In un questo capitolo la Naughty Dog lancia un chiaro messaggio contro il bullismo e l’omofobia.

Abbiamo parlato di dinamiche importanti: della forza della natura, dell’amore, di un ricordo, della vendetta; della forza di un' idea, dell’odio e del concatenarsi degli eventi che si susseguono irrimediabilmente mentre noi non possiamo fare altro che stare lì ad assistere. Ma ad un certo punto siamo noi, dall'altra parte dello schermo a doverci fermare a riflettere un attimo sul senso stesso di questa narrazione, su ciò che ci ha lasciato, su ciò che abbiamo compreso, su ciò che possiamo imparare e mettere in pratica una volta spenta la console.

Dobbiamo porci le giuste domande per arrivare a comprendere quale sia l’insegnamento massimo che possiamo fare nostro da tutto questo percorso, e credo che tutto ciò sia riconducibile ad una sola, semplice e pura domanda:


Ellie ed Abby, se solo si fossero fermate un attimo a parlare, sarebbero state amiche?


Chiunque abbia giocato questo secondo capitolo conosce bene quella sensazione che ti attraversa durante lo scorrere di quegli ultimi frame, Ellie che prova ad uccidere Abby annegandola nell'oceano,subito dopo la sua liberazione. Premiamo quel pulsante perché è l’unica cosa che possiamo fare, ma dentro di noi c’è una sensazione indefinita a cui non riusciamo a dare un nome. Pentimento, tristezza, inesorabilità… rimpianto. Abbiamo amato Ellie e Joel, ma adesso amiamo e comprendiamo anche Abby; chi più e chi meno. Il nodo è tutto lì. Abbiamo sempre una scelta.


Se lasciassimo scivolare via le nostre sensazioni, se provassimo a mettere da parte le nostre convinzioni volgendo l’orecchio verso il prossimo, se provassimo ad ascoltare l’altro invece che solo noi stessi, cosa cambierebbe davvero nelle nostre vite?


The Last of Us Part II è un capolavoro perché, se guardiamo bene attraverso le sfumature, è una storia di perdono, non di vendetta; e noi ce ne rendiamo conto solo alla fine; con un messaggio di speranza per il futuro tramite le parole di Ellie rivolte al piccolo J:

“Ti insegnerò a suonare la chitarra; ho tante storie da raccontarti”


Perché alla fine, ciò che resta, è l’amore.


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