Ultimamente si sta molto parlando di mitologia norrena sia per l'uscita recente di Assassin's Creed Valhalla che per l'arrivo nel prossimo anno di God of War Ragnarok.
Una delle cose che più affascina di questo mondo così antico è la magia runica, più in particolare le rune; esse condensano e racchiudono i caratteri essenziali delle forze creatrici che reggono l'universo, sono porte che permettono la comprensione dei misteri delle leggi universali.
ORIGINI E STORIA
Le rune trovano le loro origini nella tradizione germanico-vichinga e furono usate anche dal misterioso popolo Celtico come strumento divinatorio e magico associato alla forma tradizionale divinatoria druidica espressa attraverso la lettura degli Ogham, i pezzetti di legno intagliati con i simboli rappresentanti il loro alfabeto criptico. Sono in effetti una fonte inesauribile di potenza, possibilità, suggerimenti; un metodo divinatorio molto valido usato anche ai giorni nostri.
In Europa, soprattutto quella settentrionale e durante il medioevo, le Rune furono protagoniste di svariati rituali magici e a questo scopo vengono ancora oggi usate soprattutto tracciandone i simboli ad uso talismanico. I simboli delle rune ci parlano della vita di tutti i giorni e vengono incise su tavolette di legno o su sassolini e conchiglie. Gli indovini, le gettano a terra e ne leggono gli auspici.
Le rune vennero utilizzate come simboli protettivi o di buon auspicio, soprattutto presso i popoli nordici, che le incidevano su armi, scudi e su talismani magici. Usavano proteggersi con le rune i famigerati Berserkers, guerrieri fanatici e ferocissimi che vestivano pelli di lupi ed orsi e imitavano il verso di questi animali come grido di guerra.
Essi erano soliti incidere sui loro scudi la runa Os, che ritenevano potesse rendere invincibili in battaglia. Secondo una leggenda, grazie al potere delle rune i Berserkers potevano realmente trasformarsi negli animali che imitavano.
Le rune sarebbero state create per gli Dei e Odino se ne sarebbe impadronito al termine di un doloroso sacrificio. Appeso all’albero della creazione per nove notti avrebbe fatto apparire le rune pronunciandone il nome. Grazie al potere delle rune poté accedere in seguito alla conoscenza suprema.
RUNE E VIDEOGIOCHI
Di recente alcuni fan di Assassin’s creed Valhalla e di God of War hanno fatto delle scoperte molto interessanti proprio a riguardo delle rune.
In Valhalla, le misteriose rune che appaiono sullo sfondo del sito ufficiale vengono da un noto poema dedicato ad Odino, nonché “Padre degli Dèi”, più precisamente dall’Hàvamàl, conosciuta come “La canzone di Harr”, l’eccelso. In questo lungo monologo parla proprio Odino, qui denominato con l’epiteto Hàr; la frase è stata estrapolata dal verso 77 e recita così:
Muoiono le mandrie
muoiono i parenti,
morirai tu allo stesso modo.
Una cosa conosco
che mai muore:
la reputazione di chi è morto.
Sembra un incoraggiamento a fare grandi cose quando si è in vita, per far prosperare il proprio popolo, in modo da acquisire il rispetto di chi resta una volta che si passerà a miglior vita. Un verso che a mio parere rappresenta il protagonista Eivor, uno dei motivi che lo spinge a muoversi verso l’Inghilterra, per far prosperare il suo popolo e guadagnare il rispetto della propria etnia.
Per quanto riguarda il logo del prossimo God of War, nemmeno li non sono state messe rune a caso, difatti rivelano la parola Ragnarok che sarà per l’appunto il titolo di questo capitolo. L'immagine che vede è stata creata da un utente di Reddit che ha individuato le singole rune che compongono il logo.
Come gli appassionati di mitologia nordica ben sanno, il Ragnarok è quella che potremmo riassumere come una sorta di apocalisse, un epocale scontro tra le forze della luce, guidate da Odino di Asgard, e quelle delle tenebre sotto il controllo di Surtur, il demone di Muspellsheimr.
Analizziamole singolarmente:
Ansuz: è una runa significante letteralmente il Dio (Aas) e tradizionalmente è legata ad Odino, come si diceva, il signore dei paesi nordici: Odino, in norreno Ooin, dio della guerra, della magia, della sapienza e della poesia.
Raidho: rappresenta il veicolo sacro e la ricerca iniziatica, è l'energia che riuscirà a permettere la trasformazione interiore ed esteriore, è associata al rito la cui etimologia significa “ordine”: il rituale equivale a mettere ordine o rimettere in ordine: ripete i gesti divini, permette di rendere sacro, d'indurre un'energia, sistema e ordina, conferisce coerenza in tutti i campi, regge dunque le proporzioni, le corrispondenze tra l'alto e il basso.
Con la runa Othala si tratta di entrare in contatto con le nostre radici, con il potere che proviene dal passato: le morti dimenticate, gli amori vissuti, gli addii non dati, pesano sui discendenti e accumulano lutto su lutto, imprigionando le anime con pesanti vincoli di rinuncia e fallimento, al contrario se si sono effettuate le liberazioni della crescita interiore, quindi Othala può essere pienamente runa di ricchezza e abbondanza, di acquisizione di beni e benefici provenienti dai nostri avi.
Kenaz: è la runa del fuoco, della luce controllata, del fanale, che, nelle diverse lingue, ha un significato che pare in contraddizione, ovvero quello di una illuminazione e quella di una malattia, ma non dimentichiamo che una runa in sé è neutra, né buona né cattiva; simboleggia la luce, più precisamente l'illuminazione, poiché rischiara subitamente un luogo buio, infatti questa runa, è collegata a quel processo.
Gebo: è la runa del Dono, e il dono di sé, il sacrificio è alla base stessa del lavoro e dell'etica, è il sacrificio a vantaggio della propria comunità, simbolizzato dalla storia di Tyr che sacrificò la sua mano, oppure Odino che sacrifica il proprio occhio, addirittura suo figlio Balder che dona la propria vita.
Naudhiz: è ancora una runa di fuoco, ma è assai diversa dalle altre, essa è il fuoco che fa sopravvivere che impedisce di cadere. I nove mondi esistono contemporaneamente formano un unica realtà variegata, c'è Asgard, la dimora degli Dei e c'è Hel (da qui è nato il nome inferno inglese), il regno dei morti, c'è il regno degli elfi luminosi e quello degli elfi oscuri.
Ognuna di esse, inoltre, è legata a una particolare figura mitologica, come nel caso di Nauthiz (Heimdall) e Othala (Tyr). La dea più “rappresentata” da queste rune è però la ben nota Freya, che ha già avuto un ruolo importante all’interno di God of War e che, alla luce di quegli avvenimenti, sembra avrà uno scopo ancor più cruciale nel corso di questo sequel.
A noi non rimane che attendere questo capitolo che si preannuncia davvero molto intrigante.
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